Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

58 - L'errore è nel creilere che ll delitto Matteotti fossa ùtl accidente da sfruttare debitamente a vantaggto d1 una parte politica. Cosl pensando ci si mette alla pari di quei fascisti, i quali lo considerano come un'accidentale macchia di sangue caduta sul terreno e che bisogna affrettarsi a cancellare col piede. Il caso Matteotti non è un caso a parte, ma è il caso esemplare e simbolico. Quanto più ·ad esso si cerca di dat'e un carattere di eccezionalità tanto più lo si isola, a tutto profitto degli avversari e senza nessun profitto della verità riguardo agli avvenimenti del presente regime. Il delitto Matteotti non è al principio, ma al punto centrale di una serie di violazioni delle leggi umane di convivenza sociale e delle leggi positive sancite nei codici del Regno d'Italia. L'opinione pubblica insorse inorridita, ma non stupita, come per cosa mai vista; insorse in modo arto e solenne, perchè riconobbe che inutile era stata la prova d'infinita pazienza e tolleranza durata fin allora e le tante e pùngenti rinunzie compiute in silenzio per carità di patria. Le opposizioni non fecero che interpretare quel sentimento e sulla traccia di esso trovarono la loro strada. 5e avessero voluto sfruttare l'avvenimento, esse avrebbero potuto esasperare quel sentimento, puntando sugli elementi estremi per sobbalzare il governo. Questa sarebbe stata una vera e propria soluzione politica. L'altra questione messa avanti, se convenisse o no alle opposizioni di rientrare in Parlamento, è di valore puramente tattlcQ. Probabilmente sarebbe un motivo di maggiore confusione e raffredderebbe la concordia, la fratellanza d'armi delle opposizioni. Comunque era fatale che la· questione morale avrebbe seguito le opposizioni nel Parlamento, appunto perchè la questione morale non era una creazione fittizia, ma l'espressione di un sentimento della parte migliore della nazione, sentimento che non si esprime nelle formule della casistica parlamentare, ma che dice questo: - Noi :vog!iamo pure ed intatte le basi della società, con qualsiasi politica. - Noi vogliamo che tutti i figli o'Italia possano chiamare madre la loro patria. Tutti, anche i colpevoli, anche Biblioteca Gino Bianco

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