- 55 ...... dopo che uscirono gli avversari, rlmproveritto dai compagni pe1• il ritardo, si scusò sorrlden<lo: - I m'ha ..obà. Aveva riconosciuto alcuni dei suoi aggressori, tn g!i altri un suo fittavolo a cui una volta aveva condonato l'a1'0tto: ma non volle farne i nomi. Invece assicurò che 1 mandanti dovevano essere il cornrn. Vittorio Pelà di Castelguglielmo e i Finzi di Bactia, parenti dell'ex sottosegretario di Ml'lssolini. Poichè si parlò e si continua· a parlare di violenze innominabili che Giacomo Matteotti avrebbe subito in questa occasione è giusto dichiarare con testimonianza deflniLiva che la sua serenilà e impassibilità, di cui possono far testimonianza I nominati interlocutori di quella sera, ci consentono di e:3cludere il fatto e di ridurlo ad una ignobile vanteria fascista. La storia di questo rapimento è tuttavia impressionante è perciò abbiamo voluto raccoglierne eia testimonianze incontestabili tutti i particolari. Finchè non ci sarà descritta l'aggressione di Roma il ricordo di questa prova può dirci con quale animo Matteotti andò incontro alla morte. Ne aveva il presentimento. PIETRO COBETTI BibliotecaGino Bianco
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