Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

- 54 - percorreva le strade in calesse e Stefano Stlevano, di Pincara, sindaco, gli era compagno. Ciclisti gli si fanno incontro dal paese per metterlo in guardia: gli agrari hanno preparato un'imboscata. Matteotti vuole che lo Stievano torni indietro e compie da solo il cammino che avanza. A Castelguglielmo si nota infatti movimento insolito di fascisti assoldati; una folla armata: alla sede della Lega lo aspettano I lavoratori e Matteotti parla pacatamente esortandoli alla resistenza: ad alcuni agrari che si presentano per il contraddittorio rifiuta; era di costoro una vecchia tattica quando volevano trovare un al'ibi per la propria violenza: parlare ingiuriosamente ai lavoratori per provocarne la reazione facendoli cadere nell'insidia. Matteotti si offre invece di seguirli solo e di parlare alla sede agraria; cosi resta convenuto e dai lavoratori riesce ad ottenere che non si muovano per evitare incidenti più gravi. Non so se il coraggio e l'avvedutezza parvero provocazione. Certo non appena egli ebbe varcata la soglia padronale - attraverso doppia fila di armati - dimentichi del patto gli sono intorno furenti, le rivoltelle in mano, perchè si induca a ritrattare ciò che disse alla Camera e dichiari che lascierà il Polesine. - Ho una dichiarazione sola da farvi: che non vi faccio dichiarazioni. Bastonato, sputacchiato non aggiunge sillaba, ostinato nella resistenza. Lo spingono a viva forza in un camion; sparando in alto tengono lontani i proletari accorsi in suo aiuto. I carabinieri rimanevano chiusi in caserma. Lo portano in giro per la campagna con la rivoltella spianata e tenendogli il ginocchio sul petto, sempre minacciandolo di morte se non promette di ritirarsi dalla vita politica. Visto inutile ogni sforzo finalmente si decidono a buttarlo dal camion nella via. Matteotti percorre a piedi dieci chilometri e rie~1tra a mezzanotte a Rovigo dove lo attendevano alla sede della Deputazione provinciale per la proroga del patto agricolo il cav. Piero Mentasti, popolare, l'avv. Altieri, fascista in rappresentanza 'dei piccoli proprietari e dei fittavoli; Giovanni Franchi e Aldo Parini, rappresentanti del lavoratori. Oli abiti un poco in disordine, ma sereno e tranquillo. Solo Biblioteca Gino Bianco

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