- 49 - capitale e degli strumenti di produzione. - Abbiamo sempre credulo che socialisti siano tuUi coloro che giorno per giorno hanno speso ogni forza della loro vita ad attuare quel LanLodi socialismo che nelle più avverse circostanze e Lra l'indifferenza stessa della massa ci fu possibile. - Abbiamo crcdul.o che Prampolini, Lazzari, Serrali, D'Ara- •· . gona fossero tutLi ugualmente i campioni, i modelli della ncstra azione e del nostro movimento. Ora non più. Una quantità di gente venula specialmente da quelle regioni dove l'organizzazione è apparenza, o dove l'artigianato cova l'anarchismo; una quantità di gente che alla vigilia della guerra neppure ci conosceva o non avrehhe alzalo un dito per la più piccola delle azioni rivo] uzionarie; oggi s'è convertita improvvisamente e aspetta dal miracolo quello che non ha mai saputo creare col p1'op1·iosforzo, col proprio lavoro. E, in nome del miracolo, irride a tutti coloro che hanno, col lungo lavoro, con la fede, con lo studio, preparata questa inevitabile rivincita del socialismo sull'oppressione e sulla menzogna borghese. In nome del miracolo irride a coloro che vedono nel socialismo non l'albero della cuccagna, ma l'alluazionc di un grande ideale di giustizia umana. Orbene, noi protestiamo conf.ro codesta grande ingiustizia, della quale nessuno, crediamo, neppure l'ultimo dei nostri contadini organizzati del Polesine, sarebtJe capace. BibliotecaGino Bianco
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