Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

La pace nella giustizia Noi che non apparteniamo al suo partito e che abbiamo una diversa formazione spirituale, davanti a Giacomo Matteotti morto non sentimmo solo la solidarietà umana offesa da un delitto, ma anche il valore ideale cli una vita che si era immolata a una verità creduta e pr•ofessata. Sperammo che il suo sacrificio non fosse stato inume e guardammo a lui come ·a una vittima volontaria, capace cli ammonire io silenzio perchè cessasse l'empietà della guerra civile, perchè chi odiava sentisse il rimorso di odiare, la stanchezza cli odiare, la vilt.à di uccidere. Nel primo smarrimento dopo il delitto ci parve di scorgere negli avversari un segno di pentimento, e nel brivido di orrore che correva la Penisola, credemmo che più della fuggevole paura egoistica, vincesse un sentimento nostalgico della concordia, senza la quale parlare di grandezza nazionale è follia. · Oggi, a un anno di distanza, anche quella breve speranza si è spenta. I cuori si sono rinchiusi ostilmente gli uni contro gli altri. I cinici interessi, rassicurati dopo lo sbigottimento di un mese, hanno cercato di nascondere quel morto e di soffocare la voce della pietà che li infasti- , diva. L'ombra clel delitto impunito si alza più cupa sulla vita italiana e ci rende tutti inquieti. Il fantasma irnplacato domina, a dispetto cli tutti i decreti sulla stampa e cli tutte le imposizioni di silenzio, la nostra politica e sta fermo fra due mondi, profondamente scissi nella loro concezione morale e che sembrano parlare due lingue diverse e appartenere a due diverse civiltà. Per questo è vano illudersi ed è vano ripetere voti retorici e invocazioni poetiche sulla pace e la concordia. La BiblioteèaGino Bianco

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