Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

..,...40 - non ingiustificata di essere un paese, dove facilmente si può tòrre di mezzo un uomo, senza doverne rendere conto alla giustizia terrena. Troppo a lungo siamo rimasti gli uomini del passato; persiste, e negli ultimi tempi si è aggravata, la pratica dell'assassinio e della violenza privata presentata come necessità di Stato, e la propensione degli umili e degli eccelsi cittadini, delle folle e dei più alti consessi ad acquiescere agli arbitl'ii di chi ha in mano la forza. L'Italia di un tempo, guasta negli istinti e violenta nel costume, rifermenta e ripullula sotto l'equivoco di una formale quiete e di una apparente prosperità. L'assassinio di Giacomo Matteotti, e i fatti ad esso seguiti, sono il sintomo più grave della sopravvivenza di una eredità secolare, già terribilmente funesta all'Italia e agli italiani. Questa eredità, noi ìa respingiamo. Queste abitudini di servilità e di prepotenza, noi vogliamo che non siano più proprie del popolo italiano. Esse ci escludono dalla civiltà occidentale, ci allontanano dalle idee morali clominanti nel mondo moderno. Non solo: esse ci costano troppo dolore, sono una minaccia di dolore troppo grave per tulle le generazioni pur non nate ancora. Pet• questo, ripiegatici sull'anima nostra, spogliatici come meglio abbiamo potuto cli ogni spirito di parte, senz1t calcolare quante speranze vi siano di rapida vittoria, senza contare se coloro che ci seguono siano moltitudine o siano manipolo di uomini convinti e ostinati, noi oggi solennemente riconfermiamo il proposito già formato, di resistere ai sistemi di governo che si valgono delle antiche nefaste abitudini italiane, e che hanno reso possibile l'assassinio· di Giacomo Matteotti. Noi non chiediamo vendetta; noi non ci preoccupiamo neppure della stretta e formale giustizia: provvedano I giudici, come possono, ad applicare la legge. Noi non lanciamo grida di deprecazione contro nessuno: questo giorno è troppo solenne per essere turbato dall'odio, eLl un nome solo - il Suo - è presente alla nostra memoria. Noi diciamo soltanto che i nostri figli non devono più vedere i casi atroci che noi abbiamo vednto, e che l'arbitrio del potente e il coltello del sicario non devono più BibliotecaGino Bianco

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