Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

-·23 - come per lo più accade, definisce la nazione in modo i:ta identificarla arbitrariamente con gli interessi di dati ceti privilegiati. Ma conservatori, liberali e socialisti sono forzati a giungere alle medesime conclusioni od a lasciar sussistere divergenze secondarie, se tutti partono dall'uguale premessa ciel massimo vantaggio al massimo numero possibile di membri, viventi e futuri, della società. Poichè, implicitamenle, per la sua educazione scientifica, Matteotti partiva da questa premessa, le linee essenziali. della sua finanza erano quelle medesime, le quali formano il patrimonio comune della finanza degli Stati moderni: quelle medesime, le quali, con particolari degni di discussione critica, tendono a realizzarsi nel sistema tributario attualmente vigente in Italia. Miti imposte reali proporzionali alla base, complementare progressiva personale al di sopra: non dicono la stessa cosa il ministro e l'antiministro De Stefani ed il suo più agguerrito avversario Matteotti? Ma, quanto maggiore apparirebbe e sarebbe l'opera dei ministri, i quali aspirano al nome di riformatori, se ad essi fosse vietato di legiferare per decreti, e fossero invece costretti alla fatica improba, logorante della discussione pubblica, a dimostrare, parola per parola, l'eccellenza delle loro prÒposte, a far trionfare, in duri combattimenti, ·punto per punto il loro ideale. Questo è 11vero vaglio della verità: di assoggettare se stessa, liberamente, illimitatamente al martello della critica. Matteotti difese sino all'ultimo giorno di sua vita il diritto alla critica; poichè sapeva che l'elevazione delle classi lavoratrici, da lui amate e difese, non poteva conseguirsi con mezzi incapaci a reggere all'urto della critica avversaria. LUIGI EIN.A.UDI BibliotecaGino Bianco

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