Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

Un grande esempio Lo conobbi pri~a della marcia ·su Roma. Era venuto nell'ufficio romano del Co·rriei-e a narrarmi episodi di vio- . lenza che_gli rivoltavano l'anima e che dovevano incontrare il biasimo di coloro stessi i quali avevano avversato in buona fede l'azione dei socialisti. Lo vedo ancora seduto di fronte a me parlarmi con dignità e misura, con quella linea che si addice a chi visita per la prima volta un uomo di altra parte e non vuole che il suo passo sia attribuito a moventi meno che nobili. Da allora non ebbi più occasione di incontrarlo. Vivo invece spiritualmente colla sua memoria da quella prima sera in cui fu annunciàta la sua scomparsa. Mi sono testimoni quanti mi circondano che ebbi subito i più gravi presagi e che non tardai molte ore ad intuire tutta la tragedia e ad inserirla al suo vero posto nel quadro della vita grama e disperata che gli oppositori più irriducibili del regime andavano conducendo da quasi due anni. · Quale succedersi di sinistre rivelazioni 'da allora, e quante vicende indimenticabili I Ma sopratutto quale amara esperienza del carattere e del prlnclpii di tanta parte della nostra classe dirigente I Erra chi crede che la sofferenza di noi liberali sia determinata solo dalle gesta dei · nostri avversari al potere e dalla compressione di cui siamo vittime. No: la rende particolarmente acuta l'adattamento di tante figure, di tanti ceti, di tanti ambienti alle manifestazioni •apertamente criminose o pseudo-legali di questa compressione. Ed è su tale adattamento che pesa tutta la responsabilità della mancata giustizia. Ad un anno di distanza l'ombra di Matteotti è Inulta. Nè la legge, nè Biblioteca Gino Bianco

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