Enrico Bassi - Giacomo Matteotti

Il fascismo, ormai smascherato per la sua tragica commedia di salvatore d'Italia, sente - rilevava ancora il Gobetti - d~e « contro uomini come Matteotti, Amendola, Treves, non riuscirà più a venire a patti n. E che dovrà pertanto usare la violenza per « uniformare uomini e costumi, eliminare chi non si arrende alla semplice intidimazione n. E così fece dopo il colpo di Stato del j g·ennaio 1925. Per il popolo italiano cominciò una nuova fase del suo lungo calvario. Dopo Matteotti fu la volta di A.mendola, dello stesso Gobetti e di mille e mille altri. Treves e Turati dovettero andar lontano. Antonio Gramsci fu arrestato e cacciato in prigione per oltre dieci anni, dove morì. L'Italia ritornava la terra dei morti. Ma l'insegnamento dei nostri eroi e dei nostri martiri rimase ed albergò nei cuori di tutti quegli italiani che ebbe'ro vivo il senso della dignità e dell'onore nazionale, che non piegarono di fronte alle violenze e aVe umiliazioni e sopraffazioni fasciste, che in ogni circostanza seppero tenere alta, sempre più alta, la fiaccola della loro fede nell'ideale della libertà, nel cui nome oggi, di nuovo, << L'Italia s'è desta>>. Ai giovani. Giacomo Matteotti amò caldamente i giovani, ai quali attribuiva un'alta missione nella rinascita politica e morale dell'Italia. E ad essi rivolse costantemente il suo pensiero e le sue esortazioni, perchè essi non si piegassero e si opponessero, con tutto il loro ardore, al dilagare e all'affermarsi del fascismo nella vita italiana, il cm avvemre Egli vedeva compro27 Bibl1oteca Gino Bianco

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