Enrico Bassi - Giacomo Matteotti

r i il lavoratore percepiva 35-40 centesimi al giorno, e doveva sfiancarsi nel rude lavoro dei campi dalralba al tramonto, e nell'acqua dei maceratoi per ore. ed ore, senza diritto ad una sommessa lagnanza, pena la disoccupazione. Questo aumento dei salari, delle mercedi e delle compartecipazioni fu in realtà un aumento d'aggravio sulla proprietà, ma aggravio benefico giacchè la spinse ad allargare ed intensificare la coltura, ·e con sistemi più razionali, per accrescere i redditi: e da ciò si ebbe, non solo un maggior sviluppo della industria agraria, ma anche delle industrie ad essa affini, favorendo così con l'aumento della produzione quello della ricchezza, poichè la classe proletaria, raggiunto lo stato di benessere, concorse, ed in alta proporzione, allo smaltimento della produzione delle varie industrie. Da questo nuovo stato di cose trassero vantaggio tutte le classi sociali: la grande ·e piccola proprietà, i fittavoli, i lavoratori del braccio, la borghesia intellettuale (liberi professionisti ed impiegati), il piccolo e grande commercio. Il Polesine finalmente viveva ». Si, il Polesine finalmente viveva, grazie· ad un cinquantennio di sacrifici, di sforzi, di lotte politiche, civili e sociali sostenute ininterottamente con slancio e con fede dal movimento socialista dei .lavoratori della terra,' dei quali è rimasto celebre lo sciopero dei mietitori del 188-1 al grido di « La boje », grido col quale essi intesero denunciare all'Italia cc una vita secolare di miseria e di oppressione » : di quel movimento cioè che, sotto la ispirazione e la guida prima di Nicola Badaloni, poi di Giacomo Matteotti, riuscì lentamente a redimere il Polesine dalla malaria e 17 Bibl oteca Gino Bianco

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