Enrico Bassi - Giacomo Matteotti

Di fronte a questa situazione di fatto i soci.alisti, e per essi la Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra, onde frustrare tali mezzi escogitati dagli agrari e per garantire ai lavoratori il frutto delle loro conquiste. sindacali, posero due problemi: l' imponibilità della mano d'opera ( ossia ,tttribuzione di un carico ,di mano d'opera per ciascun fondo, che nel Polesine venne fissato nella misura d'un lavoratore ogni 5-6 ettari di terreno catastale), e il collocamento della mano d'opera, che si voleva libero dagli agrari e che i socialisti vollero invece affidato agli Uffici di Collocamento. Per ottenere il riconoscimento di questi due postulati, il proletariato agricolo del Poles,ine dovette sostenere una dura lotta, la quale, sotto la guida di Giacomo Matteotti, che l'aveva impostata su rigide premesse economiche, si concluse, con la completa vittoria economica ·e sociale dei lavoratori. Infatti, il 16 marzo 1920, a Roma, presso il Ministero d'Agricoltura, dai rappresentanti dell'Associazione Proprietari e Fittavoli e della Camera del Lavoro di Rovigo veniva stipulato un patto agricolo per l'anno 1920-1921. Questo patto, scriveva nel 1931 Emilio Zanella, cc• prova come ed in quale sensibile misura il Partito Socialista nel Polesine con una lotta serena ha contribuito al progessivo aumento dei salari e delle mercedi, ed ha moralmente redento l'esercito degli oppressi. Ed il fatto fu riconosciuto e confermato in pieno Parlamento dallo stesso On. Giolitti; il quale affermò che i salari erano in Polesine accresciuti di 49.000.000 di lire. Quale abisso fra questa conquista e l'epoca in cui 16 Biblioteca Gino Bianco

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