Enrico Bassi - Giacomo Matteotti

tormentato le menti prn eccelse dell'umanità, da Cesare Beccaria e Gian Domenico Romagnosi, consi-- steva per il Matteotti· norì solo in una questione di giustizia punitiva, ma anche e soprattutto nella necessità di creare un sistema giudiziario nel quale siano assicurate al reo le vie della redenzione, e nel , saper prevenire i reati. Per questo fine evidentemente non era prn bastante riformare solo il vigente barbaro ed inumano sistema giudiziario e carcerario:· poichè, come aveva scritto sin dal 1882 Filippo Turati (che fu più tardi il vero maestro spirituale di Giacomo Matteotti) in quel suo gioiello Il delitto e la questione sociale, « la lotta più efficace contro il delitto non è nelle teorie dei criminologi e non nelle pene; ma sta nel rifare dalle basi l'assetto economico della convivenza sociale». Ed il Turati ancora ammoniva, ed il giovane Matteotti, come mine altri, accoglieva l'esortazione del Maestro, che t< a questo mira, come può, la nostra battaglia quobidiana - ila battaglia pel Socialismo. Il cui trionfo , insieme coi delitti indiviquali, sanerà il massimo delitto che tutti li genera e li involge: il delitto di una società che fa gli uomini lupi». Come diventò socialista. Se le conclusioni dei suoi importanti studi universitari lo avevano condotto spontaneamente sulla soglia dell'iideale socialista, ciò che però lo spinse ad abbracciare la fede, ad entrare nel movimento e a còml;)attere per la sua causa, fino al sacrificio. della 7 Biblioteca Gino Bianco

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