-97rtro la scoverta fraude , scatteranno , un bel giorno, su, dalla zona impervia nella quale li ha costretti una propaganda di mendaci e indegni adescamenti. Come la situazione, determinatasi da -questa propaganda di un mondo vecchio e decrepito, camuffato da « era nuova » sia stata infernale, dicano le cose. Il capitalismo, che volle così perpetrare le proprie vendette, non è nemmeno quella specie di capitalismo inteso nella sua forma di sviluppo d'imprese economiche, che si può combattere riconoscendone la relativa probità e la chiara tecnica, bensì esso è il capitalismo che si svolge nel senso di una impresa parassi.taria delle finanze di Stato, che pretende di riparare al deficit del suo proprio bilancio col danaro dei contribuenti: non è, insomma, il capitalismo, che vive sì - secondo noi, a torto - sul plusvalore, ma conta anche sulle sue forze, con una propria autonomia, nel senso che una parite dell'attivo è pel salario e l'altra pel profitto capitalistico; viceversa è il capitalismo di rapina, costretto a vivere parassitariamente, col mezzo di concessioni a trattative private, della protezione doganale e con ogni alitra forma di monopolio, consentita dal complice governo a spese del pubblico erario. Prima della marcia su Roma queste forze certamente esistevano. Il fascismo le ha esasperate. Tutto ciò l'onorevole Amendola vede oggi, pure se con occhio meno allarmato del nostro. Non vedeva con uguale precisione prima dell'avvento fascista. Certo nel suo discorso di Sala Consilina, che precedette di pochi giorni la « marcia su Roma », R. 11ARVASI - Dopo il martirio. Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==