Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-90-- nuova >>-Cesare Rossi, alter-ego del Duce-aveva il ricordo in una pipetta dell'aggredito, che custodiva. , come un trofeo di guerra nel proprio publico ufficio. Che più? L'aggressione contro il senatore Bergamini si tentò c~nvertire - certamente da quelli che erano cointeressati al salvataggio dei colpevoli - in un fattaccio di cronaca nera, e per fantastici motivi che il nostro buon gusto ci costringe a tacere, i quali, se veri, avrebbero suonrutodisdoro per la figura morale dell'aggredito. Insomma la fredda e feroce attività, devastatrice e omicida, svolta, nel nome sacro della patria, da questi briganti del nuovo regime, era ormai considerata.come una funzione statale, che conferiva non solo l'impunità, ma anche l'immortalità e la gloria ai suoi esecutori. Come ciò abbia potuto, e possa tuttora, in molti centri della media e alta Italia, accadere, non si intende se non identificando le origini del movimento, che non ebbe inizio, bensì continuazione, dalla così detta « marcia su Roma ». A tali origini - che offrono la prova schiacciante della realtà della lotta di classe, che i Rossoni negano per chiasso polemico, e che, espulsa dalle finestre delle Confederazioni e Camere di Lavoro, rientra dalle porte dei Sindacati fascisti - già accennai nelle pagenza di confiscare i sopraprofitti bellici sino a:1'85 %) ricorderemo che l'on. Mazzolani fu presidente di una delle sottocommissioni - quella E - della Commissione parlamentare d' inchiesta sulla guerra. E fu tra coloro che non si vollero flettere alle urgenze oblique del pescecanume ... B,bliotecaGino Bianco

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