Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-68i 3 e i S miliardi, che è poco dissimile da quella raggiunta dal governo fascista nel suo primo anno 1922-23, e di poco superiore a quella prevista per l'anno in corso 1923-24 ». Il relatore, a presidio di questa sua critica, fa seguire una elaborata tabella, che stringe in una morsa De Stefani e compagni. Mentre costoro ciarlavano, automonumenfandosi tra di loro, Matteotti documentava. E le maschere cadevano di qua e di là, e l'odio dei colpiti fermentava sordo e sinistro, e, intorno all'assertore onesto e coraggioso della verità, infuriava la rappresaglia ingenerosa e codarda della banda che al fatto contrapponeva il misfatito, alla protesta il manganello, all'atto di accusa la condanna a morte. J\1a Lui non « ismarriva la diritta via>>, non concedevasi tregua e non ne concedeva all'avversario. Vedeva egli il tremendo reticolato d'insidie, di lusinghe e di lenocinii, che forma barriera contro il destino d'Italia, e voleva, magari coi denti, spezzarlo, a costo di fare scempio derla sua magnifica giovinezza. Questa sua relazione, che è appena una parte, una faccia, della sua prismatica opera di rivendicazione, 'SÌ fa dunque esasperan~e per gli uomini dell'Impero di cartapesta e per lo« sdoppio>>di Napoleone primo, allorchè- nello esaminare la situazione finanziaria - freddamente, ma con le prove alla mano, conclude che « la situazione di cassa è buona per quanto dipende dal na~urale e progressivo miglioramento della situazione italiana; per quanto, invece, dipende dal Governo è stata disordinatamente BibliotecaGino Bianco

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