L' opera di Matteotti e la strage degl' innocenti. Chi ricordi la clamorosa raunata fascista nel teatro San Carlo di Napoli, che precedette di pochi giorni la marcia su Roma, nell'ottobre 1922, è certamente in grado di valutare, in tutta la sua portata, la fraudolenta millaniteria di un programma di restaurazione politica e financo (risum teneatis) morale della fazione che bivacca contro il paese, armata di tutto punto - e l'ironia qua si fa atroce - coi danari del paese. I fautori impenitenti, i ciechi paladini dell'attuale governo, alle prese con la reaHà che denunzia la spaventosa fragilità dei loro numi, attraverso il documento delle loro colpe quotidiane, tornano ad asserire, con asfissiante monotonia, che, se anche il governo commise, e continui a commettere, errori, questi sono largamente ·compensati, anzi addiri1ttura giustificati, dai vantaggi e dalle foritune che piovvero e piovono sull'Italia, da quando il genio di Mussolini le andò incontro a salvarla dalla sua rovina. Se anche queste non fossero fole e ciance, e difese estreme di una causa persa, se davvero benefidi in misura decupla ci concedessero il Mussolini e i suoi gregarii, non sarebbe per tanto meno calamHosa la Biblioteca Gino Bianco
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