Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-47Io, però anche ritenendo errata la tesi di un neutralismo a ogni costo (- anche a costo di lasciare che la guerra imperversi nonostante la predica contraria, anche a costo di non impedire la calata del « secondo nemico >> di Turati --) riconobbi sempre la nobiltà dell'errore e deplorai, con repugnanza, la goffagine gione di essere. Il socialismo in fondo è uno stato dell'anima collettiva, che riconosce il malanno dei proprii ordinamenti economici e ne reclama la mutazione ab imis. Tale stato d'animo non è il travaglio di una nazione sola: è il travaglio del mondo intero. L'epigrafica terapia marxista è appunto nelle ;parole: << Lavoratori di tuHo il mondo unitevi». E dunque: o la nostra propaganda ha l'unico ritmo, l'unica pulsazione, reclamati dalla sua finalità internazionale, o meglio è rinunziare ad essa ». E concludevo così: << Poichè il socialismo è contro tutte le guerre, non è soltanto contro la guerra in Ita:lia, onde la vanità di una propaganda neutralistica in ltalia, mentre a1trove, a pochi passi, gli altri proletariati si massacrano. Vanità e demenza .. Se non sapemmo imporre il disarmo al mondo intero, non abbiamo il diritto di separarci dal conflitto universale. Questo deriva, oltre che dailla mala volontà borghese, dalla nostra inerzia passata, e dal fatto che l'azione internazionalista fu fiacca, fu formale, fù nulla. Oggi noi non ci ,poniamo contro 1a nostra confessione politica, difendendo la nostra patria. Ciascuno porta oggi, nel campo della contesa cruenta, chiuse nel petto, le fiamme della propria fede, inestinguibili. Ma nessuno di noi deve oggi separarsi dal proposito e: dalla volontà, anzi dalla pa;ssione, di difendere l'Italia e le sue più alte fortune». (Vedi: Roberto Marvasi: « Tutte le fiamme», << critica della guerra,, - Biblioteca di Scintilla .. , Roma 1916). Brb'oteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==