-44spesso di vista le responsabilità di Gioli,tti di fronte al fascismo prima e dopo la marcia su Roma. L'ex-ministro del Lavoro (- con osservazioni e dati di fatto, i quali hanno, in questo -caso, l'indubitabile valore di una testimonianza, che non potette, che io sappia, essere eccepita -) assoda il preciso carattere dell'attività fascista, fastoso movimento per commissione, che invano tenta pur oggi di riabilitarsi nella ingenua solidarietà delle giovinezze, non ancora fuori del 1tristo incanto. Credo anzi, sia debito elementare di giustizia identificare la non resistenza del partito socialista alla travolgente offensiva, che certa critica partigiana battezzò codardia. Si pensi che non si scontrarono due fazioni, due eserciti. Bensì enormi masse, armate (23) dal medesimo governo borghese, - che dissimulava, anzi fingeva canagliescamente una neutralità impostagli dal volere del paese - si gettarono addosso ai sovversivi, che, stretti dall'indegno assedio, col complice presidio della Polizia, di una parte della magistraitura e dell'esercito, non potevano che essere accoppati! Gli inermi non battettero mai, se non erro, aggressori armati fino. ai denti e protetti da tutte le bande. Il medesimo Dino Grandi - nel tempo di una sua «fronda)), molito sottolineàta nei circoli della ... « ricostruzione >>- ha scritto che « la spedizion'e punitiva divenne qua e là un incousulto e coreografico eccesso di violenze in- (23) E imbottite di elementi fedifraghi del socialismo e, in genere, della rivoluzione, onde ,provenivano. BibliotecaGino Bianco
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