Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-42dunque, parlare di rivoluzione a proposito di uno spudorato fenomeno di conservazione reazionaria. Solo chi campa nella luna può aggiustar fede a simili frottole. Una intesa sorda e obliqua con tutti i ministeri, che hanno preceduta la marcia su Roma, dette al fascismo la possibilità delle sue trionfali azioni punitive, che avevano i loro codardi mittenti negli industriali e nei governanti loro alleati. Au~orevole conferma di tal fatto io trovo in una recente pubblicazione dell'on. Arturo Labriola (21), un ex-ministro, che, in un punto del capitolo su « la controrivoluzione fascista», così parla: « Tutti i fascisti ammettono che il rapido successo del loro movimento si deve anche al fatto che quasi tutti i governi lo favorirono, a cominciare dall'on. Nitti, il quale, se non sono male informato, consigliò, per primo, in certi casi, accordi fra la forza pubblica e i fascisti; e nessuno lo av1 bisogno di difendersi con le armi contro tutti, chi rappresenta? E' chiaro: sè stesso. Dato il •sistema, preferia'!DL•pensare a un manipdlo di militari che riescano a penetrare in territorio straniero, e, impadronitisi di una ,posizione, vi si barricano dentro e aspettano, con le munizioni alla mano, il nemico. O, se ivi piace meglio, si può anche pensare ad ·una masnada di briganti che, asserragliati in una fattoria, seminano il terrore fra i vil'lici e assaltano i carabinieri che osino affrontarli. Operazioni di guerra, dunque, non arte di governar~ ». (21) ARTURO LABRIOLA: Le due politiche - Fascismo eriformiS1no (note). B"blioteca Gino Bianco

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