-30d'Itailia » del 19 agosto 1923). «L'armamento della milizia, la quale disporrà d'ora innanzi di mezzo milione d'uomini, risponde alle parole pronunziate da Mussolini alla Camera, di volere cioè conservare ii nuovo regime ad ogn'i costo... Nessuna opposizione poteva o potrà mai rovesciare il fascismo, nè votare contro... (8). (« Popolo d'Italia» del 6 agosto 1923). « Il deputato Amendola domanda perchè mai, se il fascismo ha il consenso nazionale, non si abolisca la milizia nazionale. A questo signore, che gira ancora in1 disturbato per Roma (9), rispondiamo che la milizia non è rivolta contro il popolo, ma sibbene contro una minoranza sparuta e screditata di canaglie che hanno sempre tradito l'Italia. Il nuovo Cagoia Amendola che invoca la libertà, quasi che tutti i f ossat~ (8) Non è questo un gergo da a1J1tinazionee da antitalia? Ed hanno, codesti bestemmiatori, la faccia di scanda1izzarsi per le criti<:he della più autorevole stampa estera che, mo.ssa da sensi di civiltà e da vero amore per la nostra Italia, insorge contro il di-spotismo che la opprime. (9) Queste nobili espressioni il « Popolo d'Hali.a » le stampava 1ml finire dell'agosto 1923, senza che, naturalmente, il procuratore del re sentisse hl dovere d'intervenire. L'invito a intervenire era, del resto, rivolto, dall'organo di Mussolini, a personaggi oggi più ,potenti dei lprocura,tori del re. E non fu v,ano l'appello, chè, dopo pochi mesi, l'Amendola era vigliaccairnente aggrediito da una mezza dozzina di canaglie, alcune del1e quali, oggi a Regina Coeli, hanno poi assassinato Matteotti. Del gruppo fu condottierq lo chauffeur Zaccagnino, che circola - quello sì « indisturbato » - per le vie di Roma, in attesa forse di qualche fotografia dedicata del Duce. B bliotecaGino Bianco
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