-126Corradini di essersi assicurata la riconoscenza del Lusignoli. E sbagliava. Anche le volpi del conio di Corradini si lasciano talora prendere nei lacci dell'iUusione. I,l Lusignoli, che aveva la smania di pervenire, e, dopo l'avvento di Taddei al Ministero dell'Interno, era stato preso dalla foia di diventare anche lui ministro dell'Initerno, si mise segretamente al seguito di Mussolini, del quale fiutò l'immancabile trionfo. Egli ostentava amicizia a voi e al vostr6 Corradini, mentre aveva già strette relazioni adu1terine col grande Benito. Le più abominevoli invasioni - dall'assalto al palazzo Marino al massacro dell'onesto patrimonio dell' «Avanti! » - furono consumaite con la dissimulata complicità del prefetto e del questore Gasti. Ed è a proposito di cos.tui che io sto parlando con voi, onorevole Giolitti. Per mo- - vervi, cioè, una interrogazione, alla quale non so se avrete il coraggio di rispondere. Vi prego, cioè, di dirmi se sia vero che, mentre eravate al Governo, faceste chiedere informazioni al Gasti intorno alla tempestosa figura del direttore-proprietario del « Popolo d'Italia>>. Era in quel tempo Vigliani il direttore generale della Pubblica Sicurezza; e a costui sarebbesi inviato il rapporto, dal Gasti, una ventina di giorni dopo la richiesta. Nel rapporto - che fra l' al1tro conterrebbe un gruppo fotografico e sarebbe esteso in una quarantina di facciate - il Duce non è descriMo come uno stinco di santo, mentre si parlerebbe in esso di una certa Ida Walser e delle ire di costei contro Mussolini. Non credo, anche perBiblioteca Git10 Bianco
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