Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-125avere obliato il rispetto che dovete al vostro re, nè farvi richiamare a-ll'ordine da un sovversivo.In fondo a tutto ciò deve esserci o qualche mistero, o l' inizio - absit iniuria verbis - di un decadimento per ragioni di età. Così si spiegherebbero - a malgrado della vostra accanita ministerialità - le animose polemiche in tono opposto della vostra « Stampa », le quali assodano, a questi chiari di luna, nei publicisti che le svolgono , il senso della responsabilità e anche un certo buon gusto. Probabilmente il detto giornale legge - al di là di queste vostre contraddizioni suicide - nella vostra anima. Oppure conosce le vostre contrarietà. Esso forse non ignora la storia dell'ex-prefetto Lusignoli. Costui era l'arto allungato di Corradini, già capo-gabinetto di S. E. Orlando, altra anima perduta - fino alla servitù - del fascismo. Lusignoli è l'uomo, pel quale la polirt:icaufficiale operò il maggior numero di prodigi, pur di appagarne, anzi di saziarne, i nobili appetiti. Sapete che, per una legge speciale, non si può essere regii commissarii degli Ospedali riuniti di Roma, senza essere prefetti. Ebbene, Lusignoli fu, da semplice segretario generale del Comune di Roma, nominato prefetto e posto in grado di covrire la suddetta carica agli Ospedali. Ridiventato voi, una ennesima volta, ministro (con la collaborazione di Corradini al dicastero degli Interni) Lusignoli diventò consigliere di Stato con l'incarico di reggere la prefettura di Milano, dov'egli ebbe modo di consumare i più inqualificabili arbitrii. Per tal fatto immaginava i1 Bib1ioteca Gino Bianco

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