Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-115finì tra i personaggi più abominevoli del Terrore. Di lui ecco qua come parla il Macaulay (45) in un luogo di un suo mirabile saggio critico: « ·Colla stessa sua vita, colla medesima sua penna, colla propria sua bocca, possiamo provare ,che la parte da lui presa nell'opera di sangue deve attribuirsi non a fanatismo sincero, non a patriottismo mal diretto e mal regolato, ma a codardia e a diletto della miseria umana ». Non diciamo che questo ritratto somigli a quello che un contemporaneo imparziale e oggettivo potrebbe estrarre dalle opere del signor Mussolini. Non può dirsi però che l'un dominatore sia itroppo dissimi1 le dall'al<tro. E soggiungiamo che ci fanno uno strano effetto i nostri conservatori che se ne vanno sui gagliardetti del fascismo quella tal frase che non è bene ripetere qua dentro, per non avere dal nostro Presidente un richiamo. Io non la scrivo su nessun gagliardetto, ma l'ho qui dentro, nell'anima. Noi abbiamo la coscienza tranquilla da quando siamo nelle file del nostro partito. Vi esorto a non perpetuare l'equivoco che avete creato qualificando antinazionali coloro che sono antifascisti ». E il Duce non pipitò oltre. 'Ma, dopo poco tempo, di notte e di frodo, fu violato il domicilio di Giovanni Conti, ne furono spaventati i bimbi e la ·consorte. E a Giovanni Conti - che seppe opporre la sua stoica serenità ammonitrice agli aggressori - fu arrecata una delle solite codarde offese, che a tempo debito saranno iRventariate. Naturalmente, Benito non ne sapeva niente. (45) Tommaso Babington Macaulay: « Saggi biografici e critici». Versione dall'inglese di Cesare Rovighi. - Torino - Unione Tiprografica Editrice. Bib ioteca Gino Bianco

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