Roberto Marvasi - Dopo il martirio

-8E, nella lettera, accluso, trovai il documento dattilografato e corretto, qua e là, da Lui, con quella specie di religiosa precisione e di trappistica pazienza ond' egli solea svolgere e concludere qualunque sua opera. Pubblicherei questo documento, se esso, qualche tempo fa, non fosse stato già pubbUcato, nel giornale «Roma» di Napoli, daU'o~. Arturo Labriola. Rileggo piuttosto amaramente le parole: « appena avrò il resto completo invierò ». I sicarii dell' « era nuova » dovean, dunque, conoscere le vigiUe ardenti e lè tormentose inchieste del Martire, se ne vollero, la soppressione quanJdopiù la nobile fatica stava per attingere i suoi vertici di luce. Intorno all'apostolo stringevasi da tempo la spira infame dei banditi, che avevan già fatto tristo scempio della sua carne, non mai potendone tangere lo spirito sine labe, la purissima anJimapronta alla immolazione (1). Da quelle fiamme di fratricidio, che gli urgevano contro senza paura e senza pietà, egU emergeva - apostolo di rivendicazione - più sereno più forte di prima. Andava, con passo irresistibile, verso un sogno di U- ( 1) Al!luse a tali infamie, precedenti l'assassinio, con parole di iluce, Filippo Tmaiti, in quella sua nobilissima evocazione del Martire, che meriterebbe di essere .affissa in tutto il mondo civi,le. BibliotecaGino Bianco

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