Vincenzo Vacirca - L'ultimo martire della libertà

- 30a tutti i delitti per il godimento indisturbato dei vantaggi d'un potere incontrollàto - e un'anima eroica, assetata di purezza e di giustizia, odialrice implacabile d'ogni tirannia, nemica d'ogni bassezza, decisa a lutto rischiare, a tutto offrire perchè quel regime di vergogna cessasse. « Dove non c'é libertà non c'è onore,» - è un mollo nobilissimo ch'egli amava ripetere. - E tra le due forze avverse il cozzo era inevitabile. E poichè l'uomo era armalo solo di fede e di bontà, e gli altri di pugnali e . di rivoltelle, runo fu vinto nella sua fisisa concretezza ma vinse davanti all'Ideale e alla Storia. Egli vinse, soccombendo, per noi lutti superstiti. Vinse per tutti gli sfruttati, per tutti i calpestati, per tutti i torturati. Non sentite questa primavera spirituale che aulisce sotto il cielo d'Italia f Non vedete un popolo intero, ieri ancor prono, ridestarsi come d'improvviso, levarsi in piedi e tra singhiozzi di dolore e sorrisi di speranza _esaltare il Martire e maledire agli assassini f E' il suo sangue che feconda questa primavera. E' il suo martirio, come disse Roberto Bracco, che ha salvato l'Italia. . Ond'è, che mentre il nostro cuore spa~ima di angoscia ricordando l'Amico perduto, il Fratello trucidalo, una ùolce serenità ci pervade constatàndo la feracità, del suo sacrificio. Sembra che la sua morte abbia chiamato a raccolta tutti gli altri, morti oscuramente prima di lui, per la stessa causa, e li abbia disciplinati in legione terribile Bib ioteca Gfno Bianco

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