Vincenzo Vacirca - L'ultimo martire della libertà

-21cialisla da salotto. ~ Ed ora ecco; o signori, che it cadavere di questo socialista milionario, alla serietà e profondità della cui fede i miserabili senza coscienza irridevano, fa ammutolire la canea sciocca e vile. E viene la guerra! -Il ciclone spaventoso s'abbatte sull'Europa, su! mondo. Come quasi tutti ,i socialisti italiani, egli è contro l'inlervento dell'llalia in guerra. Ma quando avviene l'irreparabile, risponde all'appello delle armi e si presenta coflle semplice soldato, non chiedendo galloni d'ufficialP.. Ma le alte sfere militari diffidano di questo giovane antimilitarista, è, anzicliè mandarlo al fronte, l'internano a. Messina, dove trascorre tre anni. La guerra finisce. Egli è smobilitalo. L'Italia, come tutta l'Europa, sono percorsi da correnti di follia. Una eccitazione nevrastenica,. un ribollire scomposto di sper~nze e di passioni, un sussullar e un cozzare violento di classi e di partili. Giacomo Matteotti riprende il suo posto di combattimento. Ma egli non si fa distrarre dalle manifestazioni di folle, I suoi nervi saldi resistono alla tentazione formidabile. Il mito russo non lo affascina. La sua mente positiva si raccoglie a ponderare i vasti e complicali problemi del dopo-guerra, e il frullo dell"a sua cogitazione· raccoglie in una serie di forti ·articoli, organici e coordinali, che Filippo Turali, il maestro, gli pubblica sulla Critica Sociale. E' il disegno d'una vàsla riforma finanziaria ch'egli abbozza, e offre una soluzione per liquidare · i debiti di guerra. tassando fortemente il capitale, rapidamente accumulato durante la guerra spoBib oteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==