Vincenzo Vacirca - L'ultimo martire della libertà

- 19 - culturali e alimentari -- fossero di gran lunga superiori a quelle dei suoi poveri contadini del Polesine. Questo contrasto dove1 .le colpire profondamente il suo animo. Egli dovelte porsi il quesito: se doveva darsi ai suoi studi prediletti e avviarsi verso l'accademia o se rimanere accanto a quei parfa e sorreggerli e guidarli nell'impari lolla contro_un nemico di tanto più forte e agguerrilo. Porsi il quesito fu per lui risorverlo. E si gettò a corpo perduto nel movimento socialista. L'azione lo affascina. Egli è un cerebrale con un temperamento di romantico. Cuore e cervello, pensiero e azione si fondono, s'integrano, si stimolano vicendevolmente in questo mirabile campioue d'uomo e di socialista. E voi lo vedete propagandista umile percorrere i paesetti e i villaggi della sua terra; il collaboratore di riviste scientifice diviene il redattore del piccolo settimanale socialista di Rovigo, ~ LA LOTTA~; e fonda biblioteche e cooperative; e guida scioperi e amministra comuni; è il consigliere prudente, lo stimolatore ardilo, l'anima, la guida. A 26 anni viene eletto consigliere provinciale, poi sindaco del suo paese, e fu _per breve tempo anche presidente della deputazioee provinciale. L'ideà socialista si diffonde rapidamente in quella terra malinconica e dolce su cui già, un ventennio avanti, un modesto medico-condotto con' anima d'apostolo e cervello di scienziato, Nicola -Badaloni, aveva gettato la prima buona semente. B,1iioteca Gino B·1nco

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