-17voratori agricoli: braccianti, mezzadri, obbligati, ne formano i due nuclei sociali più importanti. Quando Giacomo Matteotti s'affacciò alla vita, alla vita consapevole e riflessa, la sua terra, il suo· Polesine; era in preda ad aspre lolle economiche tra il proletariato agricolo e i suoi padroni. Eran da poco sorte le prime leghe, i primi sindacati, qualche cooperativa. Quei lavoratori che erano tra i peggio pagati, i peggio trattali della valle padana, miti d'indole, malnutriti, in gran parte analfabeti, devastali dalla pellagra, compivano i primi sforzi eroici per uscire dallo stato di miseria e di servilù in cui si dibattevano e assurgere verso possibilità di vita più degna, meno buià, meno triste. Éssi lottavano per avere più pane e più libertà, che è quanto dire più dignità. Il giovane Matteotti, appartenente a una ,famiglia ricca, proprietaria di molla terra, se avesse ubbidito al suo istinto di classe avrebbe parteggiato per i proprietari contro i nullatenenti, per i padroni contro i servi, per i ricchi contro i poveri. Ma egli era uomo, prima che proprietario. Il suo cuore generoso, il suo istinto di giustizia, lo spinsero senza esilaoza al !alo dei deboli e degli sfruttati contro i forti e i parassiti. Contro cioè il suo personale interesse. In ciò egli aveva avuto aperta la strada dai suoi due maggiori fratelli, socialisti entrambi, morti in giovineza. Ma egli era appena adolescente e il dovere e la passione allo studio lo chiamarono all'Università. A B1b. otcrn Gino B 'ìc':1
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