- 14 - assasssini materiali di Malleolli, in data 8 giugno 1924-, poteva scrivere: « Matteotti. Resta l'ignominia di Matteotti come un segno che non si cancella della profonda perversità del costume politico; ma non rimane nessuna delle grida e delle pettegole vociferazioni che egli scagliò. Le sorti del Parlamento sono sulle ginocchia di Giove, o per meglio d-ire di Benito Mussolini. Intu nto siamo sicuri che tutti i deputati, e con essi il popolo italiano, hanno c:,mpreso potentemente quello che significa questo groviglio di escre0 menti e di secrezioni che assomma nella designazione di estremismo rosso, e quali possano essere i riposti e i palesi scopi di una tale « masnada •. Matteott-i è una molecola di questa masnada, che presto t'ultima ,ventata di buon senso e una mossa energica del Duce penseranno a spazzare». Rinettete su queste date: l'ultimo discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati, quello che denunziò e documentò l'illegalità delle nefande elezioni del 6 aprile, è del 30 maggio 19?M,.L'articolo,condanna-a-morte è dell'S giuguo, (la Grande Italia è un settimanale) l'esecuzione della sentenza per mano dell'autore dell'articolo è del 10 giugnol E si parla di delitto comune! Giacomo Malteolli sapeva di quelle minaccie. Ne valutava tutta la gravità. Già durante quel suo memo• rahile discorso del 30 maggio, nudo d'ogni decorazione rettorica, scheletrico e inelegante, spoglio d'ogni aggetBiblioteca Ginò Bianco
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