Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

Tornanào in Italia - mi diceva allegramente il bravo tenente ~larescalchi, un giovane ex uffi ciale del nostro esercito, che nella giornata del r 7 maggio si cç>mpor tò splendidamen te, conducendo i suoi uomini al fuoco con uno slancio mirabile. - Assaggi, assaggi che brodo ho fat to stamane! Non s i sente neppure l'odore del capretto ; pare brodo di manzo e pollo! Avevo g ià fat to colazione , ma per contentarlo dovetti assaggiare il brodo che era davvero eccellente. Poco dopo. visitato Ricciotti, il qual e mi parlava della debolezza di quella posizione a si nist ra , stavo montando a cavallo pe r andarmene, quando Fratti m1 raggiunse, allegro secondo il solito, e: - Sai - mi disse - che ho mantenuto il m1o proponimento? Dacchè abbiamo lasciato Domokò per questi avampost i, ho marciato sempre come un soldato semplice . I pied i sono un po' gonfi, ma comincio acl abituarmici. - Chiese le notizie che si avevano al comando a Domokò, ed a lla mia volta g li domandai quale impressione g li avevano fatto le truppe g reche. - Ieri sera- mi raccontò - sono stato invitato a cena dal comandante di quest' ala, Mauromicalis, ed ho sentito con di spiacere che lo spirito dei soldati è molto basso; mancano eli tutto c non hanno oramai più fede nei loro superiori. Fortunatamente questa posizione di ])omokò sembra buona....

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