2 10 La bolloglia di .Domold1 g ior par te dei miei feriti, avviandomi a sera con gli ultimi quattro. < Il meno t rasportabile per quei viottoli di montagna e ra Leone Ve ronesi, triestino, che aveva tutt' e due le g ambe trapassate da una palla. « Dopo t re qua rti d 'ora lo feci fe rma re ne l bosco, per pe rnottare, con dieci volonta ri g reci e un mulo. In fondo a un va llone tutto ricoperto di fitti rovet i accamparono g li altri t re, con le loro scor te. E ra g ià notte inoltrata. « Io, col dottore ing lese Mouncl , proseguii per Jenitzu, in cerca di viveri e aiuti , e vi g iungemmo a un'ora dopo la mezzanotte. Il villaggio era abbandonato dalla popolazione. « All'alba de l 19 un reggimento g reco che si trovava lì e ra g ià in piedi, e pa r tì in fretta per Barimpop, in direzione di Lamia. « Dicevano che il nemico era alle spalle a un'ora da noi e che Lamia e ra già dc i turchi; non potei avere alcun mezzo di trasporto nè un sol uomo di rinforzo. Pànico deplorevole. « Un ufficia le g rec.9, doloroso a dirsi, mi disse: - Je vous conseille dc vous sauver , sans plus penser à personne (!). - « S imili poco onor evoli consig li aveva avuto il colonnello l\Iercu, passato la sera prima di noi da Jenitzu in ce rca di notizie del s uo battaglione, dal mag-
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