Frederic d'Hainault - La fede dei trattati ; L'avvenire dell'Europa

- 6Santo Padre a capo, - potenza morale e predicante la cooperazione pel buon indirizzo dell ' umanità, ·- facile sarebbe l'intendersi e continuo l' accordo. Le convenzioni tra i loro sovrani mirerebbero necessariamente alla libertà, al progresso, alla prosperità delle popolazioni, e se ne avrebbero risultamenti felicissimi, non solo per gl' Italiani, ma eziandio per tutte le nazioni civili, per tutti i popoli della terra . L' Italia, pei prodotti na turali, per la posizione geografica, per le memorie storiche, è un paese destinato a uno svolgimento, a uno stato di prosperità eccezionali, sommamente vantaggiosi ai popoli e ai governi. Anche senza trattati, senza lega , senza ordinamento federale, vi esisterebbe una confederazione istintiva, necessaria, pel bene, e da parte dei governi e dei popoli una premura grandissima a procacciarselo, instaurando e stringendo vieppiù i vincoli delle scambievoli relazioni. Già fu veduto, come sotto la supremaz ia acquistatasi straordinariamente da Pio IX, nel 1847, la lega commerciale, e nel 1848, la confederazione fossero cose già fermate tra la maggior parte degli Stati italiani. Roma, Napoli, la Tosca na e la Sardegna non solo avevano già formulate le leggi che dovevano regolarle, ma erano già in via di applicarle. Ma sventuratamente, dopo il 1849, la forza delle armi ha preso il luogo della potenza morale. L' Aus tri a è in piedi al settentrione, e di fronte a lei sorge il Piemonte . La prima vuole la servitù, e si spaventa della nazionalità; l' allra vuole la libertà e l" indipendenza della nazione ·italiana . Malgrado la presenza del sommo sacerdote della carità e della concordia, la ca rità e la concordia sono rese impossibili. Le pastoie, le diffiç:oltà d' ogni

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