"Il fattaccio Matteotti"

116 Avv. Farin:1cci: « Risu1ta che il teste scrisse « alla vedova Matteotti ». Presidente: « La. lettel'~l, è nllegata agli ntti ». Car::itèlli: « Scrissi la lettet:a per informare la •« vedova che ero st::ito io soltanto a riHvenire il « cadavere del rnnrito, ed anche per smentire le ·«notizie dèi giornali ... ». E si rinvennero gli :wn.nzi ma1·toriati di un ca,•· avere. Una limn confiecnta nel cnol'e; gli arti troncati; la testa staccntn da.I busto. Un 1 dente di -:oro fece riconoscere alla. Yedovn., ai figliuoli ed .:::ii deputilti amici accorsi, che eirn Lui. Il lol'o ..caro Giacomo. Che e1·a 1· On. G:i:womo Matteotti. I giornali non tennero più il freno e. pubblicarono. Una bufel':t si scnte11ò sull'Italia. L'ora -era decisiva. Si fecé a, fucilate un po' dovunque . . in più parti d'Italia. Nn,poli si meritò l'elogio di Filippo Turati, per i suoi quattro morti e nuIUe• rosi feriti..; Ma Mussolini era a capo del governo -e Duce del Fascismo; Luigi Fec1erzoui, mi n-istro t1eglì Interni: restava il re! Vittorio Emanuele III. Quello che per ginramento pI'estato allo Statut9 -di Carlo Alberto, ne avrebbe dovuto essere il. fe. elissimo depositario, l'attento custode. Ma egli non mosse un dito, nè p1;offerì verbo. Biblioteca Gino Bianco

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