·ti-vo del partito. Il senatore Emilio De Bono si · ilnise da Direttore Genentle della Pubblica Sif,<;llll'€zzn,ma una denunzia per «mandante in ns- ·'8assinio> fu presentata in Senato perchè i fosse --costituito all'Alta Corte. E che strazio, il vedere la povera Tedova con i figliuoli che re l~rnav;-111o :almeno i resti clel loro cat·o... M:ct:niente, passa. vano i giorni· e le settimane. Filippo Tul'n.ti c rn na oi-::1.zione alla Ca1111,n·a, inchiodò il. fn.scismo lla gog-na. e fece l'Aventino. Vi furnno prntest-e · l Senato. Il conte Sforza categoricamente disse. MtlSSolini: « o complice o iuett0, o manchnte in omicidio o imbecille!». Il senatore Albertini ùnpietosito dallo spettacolo deM'i11felice moglie co11 i derelitti figliuol i del Matteotti, chiese dei chiaTimenti ci rea la inettitudine del Governo :;i, fa,· .rintracciare la salma, Mussolini gl~ riRpose: « So me lo domanda Sua Maestà, mi porrò ai suoi orini, sugli attenti;· ma non rispondo a' S. lVI. del «Giornale. d'Italia, senatore Albertini!». Era, fuori i se, Mussolini. L'emozione clell'i ntero paese, e• norme. Farinacci fn.ceva dello spirito fuol'i lnog? icendo ai giornalisti: « :Matteotti è scapp:uo via - coÌ·nato: mancia competente a chi lo ritroverà!». Solo il fedelissimo Federzoni non perdè il suo :sangue freddo ed incominciò con le sue ordinanze .-di lug·lio ad imbavagliare la stampa; mobilitare Ja miJiziH: ìoferori1·e gli squadri~ti. Biolioteca Gino Bianco
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