Ubaldo G. Maestri • Il « Fattaccio •• Matteotti L'Uom-o Lacarrierapolitica- " Ilfattacci,,o - Lavedova, gli orfani- Il processpoerburla- filiimputatgi,li avvocati, la magistraturila, verdetto, l'amnistia. Con il contributo di 1943 - Ed.Libera - Bari PRESIDENZA DEL CONSIGLIO ,..i~'ìlSARt DEI MINISTRI .,," ~· Stnutor:i. ch missione "(' anni\'crsari na1.ionali cd C\·cnti SJ>O~i\i naz.~onal! I /4~ e m1crna1.1onal1 NA'L\O~
Biblioteca G no Bianco
~ I E::::::::==3 . C:: ~====3 ~==3(!j,l' L'Uomo, la carriera politica, " il fattaccio ,, la vedova, gli orfani, il processo per buria, gl'imputati, gli avvocati la magistratura, il verdetto, I' amnistia . .o 1943- EditriceLibera- Bari Biblioteca Gino Bianco
;I' Biblioteca Gino Bianco
1\i lettori Acciocchè i 9i~vcini conoscano e gli anzicini ricordino ho dato alle stcunpe questo volumetto che,,. spero, sarà gradito ai lettori. Esao scirà sintetico~- ma non al punto da risultare uno schedario di. dati e nulla più. In fornia popolare ed accessibite: a tutti per lei initezza del 8UO costo. Tutto qucrnto è narrato è storici docunientcita che resterà come marchio inècincellabite per quelli che ignobilmentE si prestarono alla soppressione dell' Apostolo ~Matteotti e per quelli che macchiarono .la loro coscienze· e la degnità della Giustizia, prestandost çt, rcippre-- senlare il più beffardo dei processi che storia ricordi,, assolvendo gli assassini ed occultando i mandanti ( tutti pezzi grossi del fascisnio); proprio di,-: quel fascismo che 'Wntcivet di volere espandere ta: . " Oivittà nel J.t[ondo ,, e che 'l:liceversa, poi, ha, po - tato l'Italia alla rovina ed al disonore. L'Editore, B bioteca Gino Bianco
..... BiblÌpteca Gino Bianco
L'uomo Veramente di Gi:1,como Matteotti ben poeo si ~aprebbe se non fosse stato il « fa-ttaccio » a rendere mondiale il sno noRJ.9 e le sne opern. Egli era di quelle nature buone ed umili che :imano e sentono le cause che sposano, e non son o paghi di ::iltl'o che deìln. lol'o riuscita; non lrnnno mir(➔ esibizionistiche altrimenti sentirebbero di pro• .stituire la lol'O fede. Nato in Fn1tta Polesine in Valle Pad'.urn; el'n, come suol di1·si, di buon legno. Di famiglia rie• chissima : giovanissimo · ancora si appn,ss~onò ai problemi sociali sentendo il fascirio de!!n · buona caus::i, pel' q nel popolo eh' è solo piegn,to al Jnl'O lavoro, senz:1 che senta mai il beneficio del vivern e le bellezze della vitn. I discorsi « proletari » dei maestl'i del pensiero gli l'iempivanc, l'a11im1:1,sicchè si i.scrisse alla « Gioventù Socialista » facendo della sna vita un apostolato. Approfondi i suoi studi, studiò a (ondo la « prassi » sociale ed il sindacalismo al ,punto che il vecchio Filippo Turati prese a volergli bene, oltre clrn come 11d un « compagno » intelligentissimo, ma come ad un figlio. " Biblioteca Gino Bianco
6 Sebbene di temperamento bt1mo, nelle pol~m i• che si a,ccendeva di tale fuoco intel'iol'e da, travolgere gli uditori per la geande passione che sapeva trasfondere alle sue parole. Era I' emblema della_ giovinezzrt insodisfatta e costruttiva., l'orgòo·lio del « leadee » del Pat·tito Socialista che l@, o • additavano ai « c0mpagni » di fede, per la rettitudine e la pul'ezza della sua fede. l\Iatteotti ·si può dit·e che ra.pprnsent:tvn, la han-· . diera del Socialismo Italiano ai principi di queste>. secolo. Così che nel 1915 fu pt·oscelto quale Segretario, del Partito Unitario Socialista dove profuse il meglio di sè iu discorsi, scritti ed attività indomita, che gli vals1an·o di estese amicizie ed ammil'azione, in Italia ed all'estero, dove la sua opern era, app1'e~zata. Ma egTi volle mostrare che non solo con le parole sapeva mantenere fed·e alla propria, « Idea »; · sicchè distribuì il sutt nou indifferente patr·imouio teniero ai contadig,i suoi fittavoli per dare così, l'esempio con i fatti. Restò povero e fo costretto a vivere co:° la moglie ecl i figliuoli con i pl'ovveuti del suo lavoro, non CtJl'to molto rirnunera~ivo, e, suscitando asprn cdtiche di latifondisti che malamente vede\ 1 ano l'e::;empio del giovane so- , eia.lista. · Q1iesto giovaue lottatol'0 inistancabi le, che mai m:rncava ad un Congresso, che della vergogna del Biblioteca Gino Bianco
7 faseLm10 non sn,pevn, dru~i pace, non la-;;ciò Hessuna occasione pel' rendere ad essi la vita penosa, dennnzinndo. al lndibL"io dell'Italia, e, q ua!che volta· alla Giustizia. Fu eletto deputato con un ple})iscito di voti, · nella, sua tel'l'a, e che mai avevano avuto l'egna,le, nonostante le frode 'e le sovt•rchiel'ie opposte da Prefetti, sqnadri5ti e fascisti deila regione Emi• Iia-nn, che a. tutto ricorsero per sabotare la sua ~lezione. l\f a eg;l i sapeva a quale sorte andava in• contro ... Non era la Ca.mera con i suoi t·etL"osceni di corridoi è gl' intrighi di tribuna; la stampa venduta :=il fascismo e gl' interessi del capir,a.lismo minato ·ci.te gli a._vrebbern fatto pa.ul'a, facendolo retroceò.ere; egli avev,L gli ocehi rivolti al popolo, :1lla. sua veni. spusn ed ::im:inte: l'Idea. All,t 0:1111e1·a, esel'Citado la vita pubblica, vieppiù si accese di e11tt1siasmo, col fnoc0 dei veri :ipostoli, infervornto d:tlla divina lnce d.:ll presago e si disse avanti! e denunziò. Avanti ! e documentò. Avanti! e smascherò uomini e cose. Non ·111ude1·ava: sot•clo al la mogi ie ed ai compagni che gli consigliava.110 prnde.1z:.L. Av0v,L fotto un ·giur:1mento .1.ll:t s1rn Idea - morire pel' Lei I e.... 8Ì votè. * E qliL·st.o ~rande martire, q nesto apostolo che
8 p•re morto è sempre vivo, JJ.@polo, come quello di chi p da i c1e:i, sep,pe sac-dficat·e pel' il be.ne clel pl'oletal'io, J i'bertà. BibliotecaGino Bianco resta nel rieordo c;ler tenendo fede, alla, prn • la sua gioval!l.e vita, snll' A.rn di tL1tte le . .,,.
Il " fattaccio ,, Nnda. stol'ia di quello che era, stato ddinit•) ònlla, stampa, mondiale: « Il fatta cio Matteotti», -e che incominciò a scuotere ·le fondament:t d<::l partito fascista facendo oscillare anche il prest,igio -<lel re, cla,t,o la, mostruosità con cui quell' orrid11 delitto ern stato perpetrato. Già la gen~e s:wa cli Italia, si sentiva disgustata costatando fin clovu affogava per quel fascismo che violn,va, domicili, invadeva logge, distrugge.va biblioteche <li pensatori ed nomi II i illustl'i sol pernhè a,vevano il torto -di disse1'.itirn cla,l fascismo. I • Randellate ed olio di· ricino avevn,no sostituito ,ogni di l'itto a.lla pa1·ola e ad ogni libertà; protetto, il f::t~cis1no, com'era dalla corona,· che poi voleva dire tutto· un istituto poliziesco clalln. lorn p:u:te, mentre che per gli aggrediti, abbandonati da ogni prote;,ione statutaria non· vi restava, che il confino_ politico, il carcere,..__ l'esilio, la sorve• glianrn. « A noi: » essi dioev·ano, e giù ~O contro uno che era sempre inerme; e, peL· loro e' erano moschetti, bombe a mano, rivoltelle, « camion » militari a disposizione. I BibliotecaGino Bianco
10 , Giacomo Matteotti che era l'apostolo pm acceso; colui che ve11iva adclit,ato come esempio di rettitudine; colui che aveva fatto suo il motto « fr:rng:n 11011 f!ect:u· ! >>;·l'idolo dei lavoratol'i d::t ~ui si ::ispctt:1,va la pal'Ola confortatl'ice e di speraMzH,· o-savn, ancol':t sfichre il fascismo. eld :wcnmulava le più· ignominiose p1·0ve snll' a.ttività fa. ' scista. Osava, nientemeno attaccare il capo - quello che non aveva m:ti t,orto - smascherandone l' O· perato occulto e palese, i retrosceni e le ruberie .. ► Si, le rube:-ie a.i d:rnni del pop:)IC> e dell'Italia ► In ~l ll via~gio senz:t passaporto si ern recato a PRrigi ed :i. Brnxèl.les, e con l'ainto di « compngni cli foJe >> aveva raccolte le prove di eornelUussoli 11:i si fossP :1 ppropri:tto del pacchetto di azioni cho l'ltnlia aveva per suo conto, di quell:t fa1no~n. « Sinclair » Società del Petrolio fr:uwese,. e l'aveva f;-itru vendere a pt'Oj..>l'iOprnfitto cl.i suoi fidi, Slllla Borsa di Pal'igi. 3Ia egli cominciò n, diventare nssai pericoloso uella lutt:t elèttoralede!FR pri I e lD::!4. Avevn pubblicato u_n libro che indignò e posesul « chi va là '? » tf-lnti fasci1Sti, dal titolo: « ùn anno di do,uinazione fascisfo »; ma raggiunse il parossismo q uanclo all'inizio clel la Legislatùrn, del 1924, coli.· quel discorso alla CamerR, il 30 maggio 1924, dove il Matteotti in norne del Socialismo Unitario contestava la « maggior:wza » par• Biblioteca Gino Bianco
1 t lamentare, dimostrn,ndo con 'Cifre alla ma.no cho h vera espressione popolare era. solo nei d no- ·•Cento clep11tat;i di opposizione, e che la « maggioranza » era s'tata strappata att1·averso assalti :d la « urne », imposizioni, · frode, aggressioni, e, fi 11:tn- ,che omicidi. Per I.i ·«maggioranza.» elelita. gli unici a. votare erano stati i prefetti, l' O.V.RA., sqnaclri~ti. <:R_l' entrav:,no dne e tre volte nelle Sezioni elet- :torali, ammiccando il presidente del seggio, ecc .. Il ì\1:i,tteott;i promise ancorn delle 1 rivelazioni u -che, come semp1.,e, le nvrebbe documentate. E se- ~nò la su:1, condanna di morte. · Sul « Popolo d'Itali:t » (giorna,le cli ìVIussoli11i) omp:,.rvero dei «corsivi» che a.ddit:i,_vano all'ira <Clelio sgu:idris1Ì:10 l'audacia del Matteotti; ma gi:\ -<lai 20 lllaggio 19:?1, la « ceka » incominciava a,l · -0rg:u1izz:ue l'ignohile r·olpo . . li 10 giugno 1924 verso le Ol'e 16,30, mentre rincas:iva in Via Arnaldo d:1, Brnsci:L, il povorn NlatteoLti, fn aggTedito da cinque o sei dèlinqt,en- ·ti, uno dei qua.li gli tirò un formidabile pugno :il to~l.c-e, ed i res.ta nti prnsolo di peso lo tr:1s- . ero a viva forza in un-a. automobile che ivi sostava ih1 attesa. Il Matteotti tentò difend8rsi, tit·ando calci, gridando, ma gli assassini chiusern Jo sportello.· tanto che uno di essi rimase in piedi 8 biioteca Gino Bianco
12 sul predellino, e, per copt'it·A le gl'ida, il conchlcente snona,va la tromba n, p'.ù non p:>sso. E .Matteotti spal'Ì mentrn el'a vigilato, pedinato dalla P. S .. sia come deputato, che come S3geetario del Partito U nital'io S )eia.lista. QHel giorno, certamente, la Qnestu rn dovette avere l" ordiBe di not! fare pedinarn il Matteotti. Per pm giorni l'angoscia, più profonda,, in v;tsetutti: Un uomo cke spariva in piena R0m:t? Questa, er·a cos::t eh medio Evo! Il partito er·a in sub• buglio; la moglie con i bimbi trepidav;-•no; a.li teleforrnte s.i segui vano richieste cli notizie vel'- bali: Come è stato'? Doxe l'avranno pol'ta,to ·? E' vivo '? E' morto'? Si spiava snl volto della gente, avida di notizie. l\ia vi è semprn una, F:-ttalità. che govet'11a. J1:, oGJse, perchè un portiere di Vi;t Sta.nisla.o i\hncini .l'l. 1:3, che aveva avuto dei sospetti, pet· que• st'auto che andava avanti El indietro: era un tipo Lancia eh 85 H. P., e volle segnarsi il numero che era: 55. l 21Ei9; e un canettiere che tra il Ponte lVIarghedta · e il :Ponte Risorgimento :weva, trovato la tessera del )fatteotti, dettero il via. alla P. S. _per iniziare le indagini. $'incominciò ad assodare che la macchina apBiblioteca Gino Bianco
1 p:ut eneva al garagA Trevi, e ehe fu fittata dal l 'Avv. Filippel.li: direttore del «Corriere lta,liano»,... e cbe la notte che seguì il delitto fu ricovera-kti 1Jel g·:unge della Villa del comm. quilici: redattore c::ipo del « Coniere ItaliR.no ». JJR qui ]'anest0 deg·li esecutol'i mat\:lriali, Dnrnini, l\Ialacri:i,, Pntato, Volpi, Albino, Mazzoli,.. Viola. Ohi a ~Iil:rno chi IL Roma. Si assodb di I più, che erano in continno contatto col Ministe1·0,.. degli Interni, Ufficio ·stamp:t alla, Presidenza~ della Direzioue Generale di Pubblica Sicurnzzn;: ed erano gli stesdi, sempl'e quelli che avevano,, pa1·t,ecipato alle ag·grnssio11i cli Cesare Forni, dell'On. l\lisnd, di .A lllmendola, del Villi 110 Nitti::- propl'io queili ehe la stampa one,:;ta libera avev.i. finito per chiamal'e la « ceka » del Virniriale. Da più parte si elevavano proteste. La genteonesta si toglieva il distintivo da petto e lo buttav::i vi::i; ff·a gli arrestati vi en1. chi prnso dall ~pavcn to incominciò n. parliu;e, e, peggio ancora. a scrivere memoriali che c0nsegnò a pei·son:t fidat::t, nel timore- di ve.nirn soppresso da un' mo., mento all'altro. • Musirnlini preso dnll'orgasmo fece dei tentativi facendo ::irrestare Cesare Rossi, capo dell'Ufficio-- Stampa e caporRle d' onot·e della milizia... Aldo Finzi, :rn0h'egli arrestnto, sottosegrnt:uio a.gli In• terni; il com rn. Mari nelli : segeetat·io amministra Biblioteca Gino Bianc
·ti-vo del partito. Il senatore Emilio De Bono si · ilnise da Direttore Genentle della Pubblica Sif,<;llll'€zzn,ma una denunzia per «mandante in ns- ·'8assinio> fu presentata in Senato perchè i fosse --costituito all'Alta Corte. E che strazio, il vedere la povera Tedova con i figliuoli che re l~rnav;-111o :almeno i resti clel loro cat·o... M:ct:niente, passa. vano i giorni· e le settimane. Filippo Tul'n.ti c rn na oi-::1.zione alla Ca1111,n·a, inchiodò il. fn.scismo lla gog-na. e fece l'Aventino. Vi furnno prntest-e · l Senato. Il conte Sforza categoricamente disse. MtlSSolini: « o complice o iuett0, o manchnte in omicidio o imbecille!». Il senatore Albertini ùnpietosito dallo spettacolo deM'i11felice moglie co11 i derelitti figliuol i del Matteotti, chiese dei chiaTimenti ci rea la inettitudine del Governo :;i, fa,· .rintracciare la salma, Mussolini gl~ riRpose: « So me lo domanda Sua Maestà, mi porrò ai suoi orini, sugli attenti;· ma non rispondo a' S. lVI. del «Giornale. d'Italia, senatore Albertini!». Era, fuori i se, Mussolini. L'emozione clell'i ntero paese, e• norme. Farinacci fn.ceva dello spirito fuol'i lnog? icendo ai giornalisti: « :Matteotti è scapp:uo via - coÌ·nato: mancia competente a chi lo ritroverà!». Solo il fedelissimo Federzoni non perdè il suo :sangue freddo ed incominciò con le sue ordinanze .-di lug·lio ad imbavagliare la stampa; mobilitare Ja miJiziH: ìoferori1·e gli squadri~ti. Biolioteca Gino Bianco
1 Il 17 agosto, due mesi e giorni dopo il rnpimeuto, in fondo la Via, Flaminia, iu un viadotto,. presso la tenuta ·Quartarnlla, Llll certo Algero Tac-- che o addetto alla pulizia dei cunicoli stradali, rinvenne una giacca con una manica recisa, che si> riconobbe per quella del Matteotti; Ovidio Oara-- t·el I i, un brigadiere dei OarabiR.ieri congedato, figlio di un guardiano della Qnai·tarella, rintrac -· ciav:L i resti mortali. Riportiamo· 1a dicl- iarnzione fatta dal Oarntelli. stesso alla seconda udienza, il 17 marzo 1926 nell Assise di Chieti: Caratelli: « Mio padt·e è guardiano della tenuta,. « Qufil'tarell:i, ed essendo stato tl'Ovata in una. lo~- « calità vicina una giacca, c}:le fn poi l'iconosciut:11. « per quella dell'On. Matteotti, pensai che il ca- « davere a.vesso potuto essere sepolto in quel posto. « Fn così che, con l'aiuto di un cane, di mia « iuiziativa, cominc1a1 a fare dèlle i'icerche. Ad. « un certo punto il cane si fermò annusando. Mi << avvicinai, e col bastone che ave,To fr:t le maui: « cominciai a smn-evere la terra. Mi accorsi che « questa era smossa e, continuando il lavol'O di « ricerche, n_on tarda,rono a venir fnol'i <lelle ossa « umane e dopo poco, venne fuori un era rì i0. FtL « allorn, che fermai il mio lavoro di scavo peL"· « avvl?rtire l'autorità». B1bhotecaGino Bianco
116 Avv. Farin:1cci: « Risu1ta che il teste scrisse « alla vedova Matteotti ». Presidente: « La. lettel'~l, è nllegata agli ntti ». Car::itèlli: « Scrissi la lettet:a per informare la •« vedova che ero st::ito io soltanto a riHvenire il « cadavere del rnnrito, ed anche per smentire le ·«notizie dèi giornali ... ». E si rinvennero gli :wn.nzi ma1·toriati di un ca,•· avere. Una limn confiecnta nel cnol'e; gli arti troncati; la testa staccntn da.I busto. Un 1 dente di -:oro fece riconoscere alla. Yedovn., ai figliuoli ed .:::ii deputilti amici accorsi, che eirn Lui. Il lol'o ..caro Giacomo. Che e1·a 1· On. G:i:womo Matteotti. I giornali non tennero più il freno e. pubblicarono. Una bufel':t si scnte11ò sull'Italia. L'ora -era decisiva. Si fecé a, fucilate un po' dovunque . . in più parti d'Italia. Nn,poli si meritò l'elogio di Filippo Turati, per i suoi quattro morti e nuIUe• rosi feriti..; Ma Mussolini era a capo del governo -e Duce del Fascismo; Luigi Fec1erzoui, mi n-istro t1eglì Interni: restava il re! Vittorio Emanuele III. Quello che per ginramento pI'estato allo Statut9 -di Carlo Alberto, ne avrebbe dovuto essere il. fe. elissimo depositario, l'attento custode. Ma egli non mosse un dito, nè p1;offerì verbo. Biblioteca Gino Bianco
Il processo ... E venne il processo, ma anzichè a Roma, ·ede Gi udizial'ia dell'assassinio, vollero che si svolgesse al Palazzo di Giustizia di Chieti (Aquil::i), in Pi~z~a Vittorio Elllanuele, • il 1 ° Marzo 1926 a circa due anni di distanz:Ì, quando stampa e magistratura_ erano state addomesticate; il pote_re reso ferreo ed un grande lavorio aveva operato su tutti co,n i più disparati metodi. Non ultimo. quello di fare ass:tssinare un povero deputa:to fascista: il Cnsalini, e poi menare scalpore dicendo che ern 'tato un socialista a civolver:trlo. La corte era così composta : Presidente : il comm. Danza. Proc. Gen.le: il c::w. Salncci. Cancelliere: il èav. Fiore. Gli imputati : merigo Dnmini : (più volte condann:tto, ma poi condonato) Albino Volpi : (più volte denunzi:1to e condannato per furto ed oltraggio alla Forza Pubblica. Biblioteca Gino Bianco
' 18 Assolto dal Tl'ibn nale Militare di Napoli per l'imputazione di diserzione per amnistia) Amleto Poveromo: (cond:uurnto per trnffe) Giuseppe Viola: (condannato pt>r diserzione e fa,lso} Augusto Malacria: Quasi tutti éx Arditi. / Il coll€!gio di difesa era composto dagli av-• voc{l,ti: Leva, De Cieco, Vecchini e Farinacci che,. diventato avvocato « Honol'is c·ausa, » capita1rnv:t il collegio. Per . l'ordine pubblico fu inviato espressa,- mente da Rorna il comm. Angelucci, Ispettnr@ G6lnerale presso il Ministero Intento (ancora· retto dall'Oi:i. Luigi· Federzooi). L' AngeLucci fo aiutato in questa « anabasi » dal Questore cav. Grnzzini, dal Commissario cav. Feliciangeli, per la direzionedell'ordine nell'interno dell'aulc1,, e da altri funzionari. La Piazza Vittorio Emanuele era affollata,. movimentata e dava· da fare alle pattuglie di Carabinieri ed agli agenti in borghese che erano prepòsti all'otdine. Una compagnia di solc1a.ti di, fanteria stava schierat~ sotto il porticato del Pa•- lazzo di Giustizfa. BibliotecaGino Bianco
Moltissimi 1 gior1rnlisti ed 1 « rep~rter » fo. itografi. L'arrivo dei 6 imputati, a tanti erano 1'i• -dotti, - ma saranno ridotti nncora ~ si svolse senza inddenti. · Da _nota,re, però, che essi giunsero in · un « autobus » di quelli che si usano -come « coniera >) per il servizio pubblico della, ,provincia, anziché con uno dei soliti « cano-celll!tlare » per il trnsport0 dei detenuti; il detto «· autobus )> era. seguito, d'infiln,t:1, da due « camion» carichi di Caraùi1Ùeri. I giornalisti « more solite >) presero posto per jOt'imi, poi il collegio di difesa cen a c:ctpo 1"011. Farinacci ohe indossava 1,1aa toga, fiammante, re• .galatagli, per l'occnsione, dal fascio femminile ·Chietino, ed egli ne faceva bella mostra in quell'Aula di Assise. · La parte Civile che non nrnnc:;i,vn, di buonsenso fJer tutto il processo si astenne. Alle 1O precise i 6 imputati vennero introdotti 1H~lla gabbia ove pl'8sero posto sul primo scanno. ,,.rutti portavamo bene in vista il distintivo fascista, mostrando talvolta un contegno spavaldo. La messa in scena non difettò in nnlla, dato il lungo servizio di molti appartenenti a questa beffa atroce : il rituale annunzio dell'usciere; il ' Presidente ed il Procuratore Gene.raie in tocco e tòga lustri, per l'oeeasione; l'Attenti dei CarabiB1bloteca Gino Bianco
nieri; il sollevarsi dei detenut-i. Finalmente alle 10,15 il Presidente dichiara aperta l'Udie1:iza. Poi fece l'appello degli imputati, che declinarono le })l'Opri@ generalità. Il cancellit-re, imm!:tntinente, procedè all'appellodei Giurati (s'iBtende · tutti f:iscisti ed aila, costituzione del Gi m·i. Il Presidente Danza iniziò con un fervorino· gesuitico dove volle smentire l'esistenza d'una « eeka » fascista, lo scempio del cadavere (ricOL'·· diamoci la dichiarazione del Caratelli, riportata nel capitolo precedente) del poyero Matteotti, e elle vi~ fossero mandanti tra i pezzi grossi del Governo. Preparn come suol dirsi il clim:1; poi iniziò la lettura dell'istrnttoria della Sezione d'Ace nsa, dicendo : « Il dramma giudiziario di cui dobbiamo occu- « parei, e sul quale voi giudici popolari (fascisti> « dovete e1rn=ittere il vostro verdetto, e cosi pro- << spettato dalla. Sezione d'Accusa : » E rifece la storia del rapimento del 10 Gi1:1gno t 924 dell'apostolo Matteotti ad opera di alcuni gl'e.gari fascisti; poi fece un po di « moBtatnra )) · alla P. S. per la solerzia con il quale ... ecc, ecc. e si portò, infine, alla conclusione della sentenza, dalla quale - diceva - : « Risulta la spiccata natura politica (e per tutto « il processo si cercò di far vertere sempre il BibliotecaGino Biànco
22- « fatto » di natura politica in quanto che nel tem- « po trascorso tnt il 10 Giugno 1924 sino al 16, « :Ma1·zo l Q.26, dall'alto ern scaturita ur-i.'amnistiàr « beneficiando di quattro anni reati di qtiesta. « fatta. controfirmata dal re del delitto in rea- « zione alla specifiea attività dell'On. Matteottir « rinviando gli imputati al giudizio della Corte, « di Assise a norma degli al't. 363 36-!-365 .cle1 « Codice Penale, pet· avere in Roma il 10 Gill- « gno 19::!4, concol'l'endo all'esecuzione del reato,. « quali esecutor·i cooperntori immediati al fine cli « uccidere, cagionato la morte dell'On. Gi:womo• « Matteotti a causa delle sue funzioni <li cl9pu- « 'tato :.11 Padamento, mediante uno o più colpi « cli arma cla punta e ta{rlio vibrnto nei!a l'8fl'ione o e « toracica antel'O laternle su pedo re si nistnt ... » E comi11ciò la commedia con gli inte!'l'ogatori: cli Dumini, .Volpi, Viola, Pove1·01110, .M:alacl'i:1, checon le più puerili menzogne,· tel'givers:tndo e ri• Hattando quanto iu altrn epoca avevano affer-· mato con dichial'azioni fi l'lnate e con memoriali scritti di proprio pugno; orn (e c'era stato tutto,, il tempo· pet· istmi di ed accMclarli co:i la sen• ten~a cli Accus::i, con gli avvocati; insomma con tutto il rimnueggiamento prncessuale) il movente-- del delitto risultava tutta reazione da pal'te. del Durnini all'opera che svolgeva il Matteotti contro, il fascisn10. E non si domandò aj delinquenti cne, Ribl oteca Gi,no Bianco
22 -sin dal 20 )faggio 192..t - come risultò dalle i 11- .dagi ni - alcnni pr1,nivnno poi ritol'l1avano n Homa richianrn.ti dal Durnini con telegrnmmi a firma D' Ambrogi, menando gran vita con don n,@ e1,l automobili; alloggiando r.tll'Hotel Drngoni, sci::ilacquando ai ristol'anti · « La Rosetta ,, o al « Bl'ic- ·che ,, per org:c1nizzare il delittu; tntti sotto falsi nomi? Oiò non domandò, la mai.;istrntunt, per ilapere per conto di ehi agi~1ano t, chi sovvenzionava l'impresa? Se non era _per cas0 la « celrn » che lavorava per conto dell'Ufficio Stampa alla Prnsidenza; del l'1i11istel'O Interni; per conto dt,:i]Partito? Ohi aveva eletto al Dumini: <e Dumini. fatemi tacere Mn.t- ·teotti ! » . E che cosn aveva voluto dire, con una .delle sue. ammissioni, il Put::ito; colui che ern ri- ·tenuto il più deboll~, il più facile a pal'larn, qnan- -do ~1,,·eva detto: ·« Non cade foglia senza, il volere dell'alto I» In uhe coia entrava l'avv. Filippelli, direttore d@l «Corriere Italiano» - quotidiano 1:1.ltrafascista, che noleggiò In nrnrchina al gamge Trevi, dicendo di pagare lni, ma che la macchina ··erviva al .Ministero Interni? E Nello_ Quilici: re- -dattoi·e cnpo del «Coniere Italiano» che vers le -0.ue di notte rientra nella sna Villa fuori Roma -0011 la macchina, del delitto e· co11 tntta la comi- .tiv:a.; pone l:i macchimt nel suo garnge, la. comi- ,tiva saluta per ritornarsene a Roma, con taxi che iblioteca Gino Bianco
avevano noleaffi.tto !)1·ecedentemente in Piazza E, ,,, ... sedra in Roma; e clicliin,ra ancora che all'indomani m::ittino la macchina fu ritirat:i prop1·io - dal Dn• mini in compagnia dell'avv. :B 7 ilippelli? J'la ~elloQuilici, già è stato pnuito, perchè finito bt·ntl"iato, 11el cielo cli Bengasi unito· a Italo Balbo ed altri~ E perchè non si sr:ese nel fondo con Aldo Putato? (percbè et·a in·idncibil-e, debole, non voleva, 1acel'0 t'cl avrebbè finito per compt·omettere tutto) •. E 0011 PM1ze1'i ed il ì\ifozzoli, che certa,mente fu: quello che concluce,,a la macchit1a; si prosciolse il Putato; non si pi:irlò più del Panzeri del i\Iaz• zoli ed nltri :rncora, pel'Chè· bisognavn, ad ogni costo 1·iclurre la ce!'rltia -:I.egli imputati, altrimenti sarebbe risultato, in pt·ocqsso, che tutta questa gente formava, \111 t11tt'11110; specializzate, in questi generi cli lavoro. Sarebbe risultata la111pnu te l' e sistenza, di quella famosa ,<ceka» tanto concl:1.mata_ E c0sì 11011 si prtltes,1ro dichi:trazioui, in Assise, del generale De Bono, laddove il DLImini, il. 1:3 giug·uo 1924, giorno cl0l. sL10 arresto alla staziooe di Roma, ne solle@itò un C(i)lloquio che fo. subito accol'dato ... uè· si seppe 1mti-cosa dissero ► Nè si pal'lò più del comm. Giovanni Marinelli;· anzi restò a «sbafare>> per rnolti anni ancora alla. Segreteria Amministrativa del partito fascista. Di Emilio De Bono, allora se11:1tol'e del Regno, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e suBibl oteca Gino Bi'anco
I :24 / ·premo comandante di quella milizi:;i,... (che chi la tocca riceve piombo ...) lo si è visto come, insi• piente in Africa Orientale, rammollito e decre~1ito, :11bbia fatto una brillante carriera, giungendo. a -<::u~ino del re, ed a m:nesciallo cl' Italia. Quanto sciupio di onori e glorie ! Quindi eseluso mancl:rnti, ristrett:i. la cerchia a vochi, che il Dnmini non disse chi fossero) poi che non s:nebbero s·tati nemmeno quelli che er:rno in «gabbi:1» cvn lni. Però Volpi, P@veromo, Viola o 1Vfalncria che dall'inéhiesta risultò -essere tntti as- . enti eh albergo e rif'lt@rante: assoJutamente privi -cli alibi, abbenchè cercati disperatamente, non potendo giustificare il tempo trascorso .prop1·io il 10 :giugno, fu ritenuto ché avessero trascorso giornata, pomedggio e notte con ii Dumini al Lm1.go 'Tevere Arnaldo da Brescia ecc. tJCC. Como si vede tutto questo non è molto chiaro perchè nuche il comm. Quilici :.. sebbene nei pen• siamo ben :dti·o - · pO'teva darn almeno delle indi• •C:rnioni su i componenti la Domitiva essendo stato {ricordiamolo lo dis~e lui) accompagnato alle. due di notte alla propria Villa, •in macchina con tutta la comitiva. · Alla Quinta giornata del processo, 20 marzo 1926, dopo ritrattazioni; interrogaziuni di testi; .contraddizion( di avvocati; l'esame dell'automobile; <cliscussioni intorno all' esame necroscopico che: Biblioteca Gino Bianco
« ::imm.et-teva nolil pote,rsi stabiiire, p01L· cert•, chela morte del :Matteotti fosse :wvennta da una }Hl· gn:=i.lata al torace» (ricordi:Lm-oci di quella che fo la Sentenza òella Sezio,w d'Aceias:il letta dal Presilente_ Danl!.a an:.i prim.a Udien,za, il 16 marz()> 1920, e pmbblieata a,lle pI'irn.e pa~ine di quesb@• capitolo. E la Sezione come poteva for-mnlare la. n.cc~1sa senz:1 le conclusioni di una perizia?). Ad ogni modo il Presidente pregò il Prt>curatore Geuernle e i difensori di dett:ue al cancelliere lequestioni ,ohe i ,ùendevano sostenel'e. Il Pl'Ocuratore Gener:ile dichiarò di sostenerl::l'- le ragioni della Sezione d'.lccusa. Fariu~cci, seguito dal eollegio di di.fesa, sostenne: « l'esclusio-- lle della 1·es1Jonsabilità omicida e, in subordinata- · la pn1te_ri11tenzionalitlL e JR, grnve prnvocaziont: .. Pal'iò il Procuratorn Genern,le,_ cianciarono gli avvocati; ultimo fu Farinacci, che si mostrò addirittnrn. scandalizzato per il gean rumore fatto, per tentare di speculare intorno ad un cumuniBsimo fatto. E così in 5 Udienze si liquidò un processo che avrebbe dovuto liberare l'Italia dal fascismo, erisp:11·n1i:-u·e tanto disonore e tanto sangue agli:. Italiani. « E le stelle stanno a, gual.'da1.·e.... » - dice u1 insig11e romanziere inglese. 13blioteca Gino Bianco
11 24 mal'ZO 1926 si :issistè fino a che pnnto i potesse disonor:=tl'e Temi, quella signont Gintizia che si vuole debba essel'e e·guale per tn tti. Ad assistere ::i.ila votazfo11e dei G i urnti 1·estal'Ono 1'0n. Fn.!'ina<itci e l'avv. Vecchini. Dopo ci l'Ca due ore di artesa alle 18,15 tl'ft Llll -silenzio di tomblì il Presidente ordinò ed il can- -,('elliere •Fiore lesse il ve1·detto, con il qnalo i -Ofor:ui assolvevano gli imputati Augusto Mal:w:·ia ~ Ginseppe Vi·oln. l_... e rest:tl'ono tr·e), rite11e11do colpevoli di omicidi o pt'ete1·intenzio11a.l~, con- -cedendo la com plicitÌl corrispl'tti va e la èonc;;i nsa, <e concedendo altresì, le ci1·costanze attenuanti .-:1gli alt!'i irnputnti. Il Procnrntore Generale c,hieso :il Prnsiclente ln .assoluzio11e del ì\lnlacl'ia e dèl Viola; o pet' Dnmini, Volpi e Povet'omo chiese 12 anni dì rn- •Clusione. ' . L:1 pena pet' la « responsabilir.à corrispettiva» -veniva ad essere ddott:-t :1 7 t1.nni' e 2 n.1.esi, e pee « le circostanze attenna.nti », concesse dai Giurati, -veniva ridotta ancora a ;j :inni, 11 mesi e 5 gior- .ni di reclnsione. Chiede J::t restituzione di qna11to fu sequestrato .:ii legittimi proprietari, e prnga, infine, l'illustris- • irno Presidente cli volere applicare a tutti e tre Biblioteca Gino Bianco
gli imputati i quattro anni di a1nnistia: per « 1novente politico»; e quindi, la pena si ridus~.;17 ancorn ad 1 anno, 1 t mesi e 5 giorni. Così in nome di S. :M:. il re, Viola, e Malacria, erano assolti, e Dnmini, Volpi e Poveromo erano· condannati ad 1 anno, 11 mesi e 5 giorni. E poi che soffersero, in att0sa, di giudizio, d;tl 12 ~i11g110 1924 sino al 1processo 24 marzo 192(i, giusto 21 m.esi e 12 giorni; questi signori· cleli11• que11ti ~pardon ! Questi renzio11ari fascisti) duvet• tero ancora scontare la .... bellezza di 53 gioriii. di .... reclusione. Fin@ Biblioteca G1'10 B"anco
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