Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

t 50 E dolce avvicinarsi, e far parole D' amistà vera, e riguardare in terra Forse parlando dell'amata prole? Or sappi e piangi (che il mio cor non erra) La magnanima donna ella è Luisa, A cui rnaterno amor quaggiù fe' guerra (I), Ed or lo stesso an1or la imparadisa, Se godimento aver può maJre e sposa Dal suo consorte e da' figliuoi divisa. Ma in Dio tutti gli abbraccia, in Dio riposa, E in lui pur chial"O vede e sposa e madre, Ciò ch' ella in terra meditò pietosa: Essa l'Uom giusto e forte un dì fe' padre D'eguali pegni, a cui nel cor trasfuse Le più maschie virtudi e più leggiadre ; Ed un caro a Sofia, caro alle Muse E l'altro a Flora, che ne' santi nodi A lui di fiori il nettare interfuse. N è qui ridir ti posso, e per qua i modi Per senno antico in cerei petti a\ccolto Delle figliuole a lei tornàr le lodi: A h non dite a colei, che porta in volto ., La materna pietà, come al suo letto ' Quella il gel'nle feral s'ebbe ricolto; '

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