Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

. t18.. Per dir di Lui, che alla seconda vita ';frasse il grande Alighier, con cui sull'etra l S'ha la medesma stella in duo partita? Ebhen ·, rito l go dall'infausta pietra, Che rigando men V'O di calde stilie, Quella che vi deposi umil mia ~etra: E tlirò del Cantor d' Ugo Basville, Che del Sole en1ulò l'alte faticl1e Spandendo di saver tante faville, , E all' Itale donò Camene amiche l bei modi, e il penne l del numeroso « Primo Pittor delle memorie a1,1tiche. (t) Dirò di Lu'i , che all' Astigi.an famoso . Andò d'appresso con ben altro stile Meno indocil di forn1e, e di riposo: Che se non bassi tra i mortali a vile L' abito incolto del dolor çhe suona Forse men tristo in anima gentile, Dirò come nell' alma tni ragiona Senza veli e senz' arte il Santo Vero Che a nullo ingenuo di tace~ perdona. E come io vidi in fulgido emisfero Tre Vegli andar verso l' eterea mole, Di che tuttor balena il mio pensiero;

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