Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

III. SULLO ST~SO ARGOMENTO .AL CHIARISSIMO CAVATJIERE G TO. GHERARDO DE' ROSSI So n già due t une, che suonar miei carmi Sul Tevere, devoti al cener santo Di lui, che vita trasfondea ne' marmi: E in ciò lauùe cercai sol o dal pianto, Di cui gli occhi ho pur lassi, e il cor non pago, Chè vinto dal subbietto era il mio canto: Quando al frate! di lui la cara im1nago Mandai del Fidia nostro in tela espressa , Che la mia sposa allt1minò col l' ago ;

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