Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

65 che so io, iu un alto ministeriale; e quello che è pih veclet' applicata alla pratica e presa sul serio la politica che si fa in piazza per avere ovazioni, o alle camere per far furore nelle tribune, è cosa certo che· non fadt accusare gli uomini di Stato Italiani di peccat' troppo di furberia. Se l\Iachiavello alzasse il capo, farebbe cerio i suoi rallegramenti ai suoi posteri sui loro progressi nell'arte dello Stato. E l'idea di fare della Guat·dia nazionale un corpo deliberante, idea così rigorosamente costituzionale, come l'abbiamo a definire? Non si può certo rifiutarle un posto fra le cose nuove in arte di governo. E, pazienza ancora se fosse slata mandata ad dfelto senza r;tggiri. l\Ia si volle che ogni volante firmasse il suo nome per vedere chi diceva sì e chi diceva no circa l'occupazione dci forli, onde servisse d'avviso a chi volesse f:u· opposizione. È un gran dire che do·po l'esperienza del passato vi sia chi crede poter fare della politica un gioco di bussolotti! E quasi verrebbe voglia di dir loro quello che l\Iachiavello diceva all ' anima di l )' s l . . 1cr ._ oc enn1 .... Basta, non è mal d 'epigrammi, è mule che di codeste ragazzale siamo noi a p:.lgarne lo scotlo. Queslo è il male.

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