Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

48 drooa di sè cd avesse ollenuta l' indipcndenzn . Non si· trovò purtroppo in Ila! i a tanta mente, tan to cuore, tanto amOl' pa tr io che valesse a persuadere il tenue sngrificio. Trionfi la mia opiaione, la mia setta, il mio ceto, la mia città, il mio campanile, trionfi Io in una p arola - che ques to è poi il vero senso -- . e sprofondi l'Italia! Cosl gridarono gì' Italiani. È l'antico grido dei padd loro. Non si' comprese o non si volle comprendere che il di.sastro di Lombardia non era avvenuto per malvolere de' governi, de' ministri, de' prin... cipi, de' tre stati summentovati, ma perchè in Italia nulla v'era di preparato nelle menti, ne ... gli ani!ni, ne' cuori, ne' caratteri, nell'istruzione, negli studi, nell 'armi, nelle legg·i, nel costume, nelle abitudini; e che in un popolo come il nostro non si tratta di mutar forme di governo, ordini politici, ministri o sovrani; si tralta di muta r il popolo se si vuoi poter far cosa buona: si tratta di mutar noi stessi, di mutarci tutti, di scuotere la fiacchezza, sollevarci dal fango in che ci all'oghiamo, uscire dalla profonda igno· ranza di cose politiche in cui siamo, divenire gente, viva Dio, che abbia delle qualità, delle buone qualità, delle virth, e non sia una razza degradata, disprezzata, fatta il ludibrio del mondo civile, come ptn1roppo siamo!

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