Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

i~ cogl' impiegati , e soprattutto senza partir subito per la guerra -- Radetzky è vivo pet' mit·acolo - la ~osa s'accomodò, c salvo qualche piccolo chiassolino di Lanl.o iu tanto, qualche dozzina di vetri rotti, qualche picchiata a questo o a quello, Ja Toscana riprese l'a vita solita, e le parve d'essersi levato un mattone d' in sullo stomaco. E io povero corbello che me l'ero presa sul serio colJa l'epubblica. - Furbo! Che volete? Ogni giorno se n' impara una. Fra il fatto di Livoruo da una paa·te, e quell'altro più in grande di Ft·ancia dall 'altra, campassi cent'anni , non m1 spavento più eli repubbliche. TulLO questo terremoto vedo che finisce con una mezza dozzina di portafogli. Non è poi la rovina del mondo! Tant' è Livot·no, che Fa·ancia e Germania, e credo io Turchia e Celeste Impero. Tutto il mondo è paese. E tant'è vero che sia così - visto che la scoletta veniva bene - eccoti a Genova principia la stessa cauzione. Il popolo non ha più bene se non ha la Costituente cd i1 Ministero democratico. Voi forse non ve ne siete accorti d'aver questa smania indosso: cattivo segno , segno che non siete popolo. Ora avr·ete anche voi come me una gt·an eu-

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