\ J • ni alle origini di nuovi moti rivoluzionari. Dopo la rifonna agraria il Par_ tlto Socialic;ta chiede la rifar. ma della nostra struttura industriale. C'è nel nostro paese un cancro che da cinquant'anni divora le energie migliori del nostro gjovane sangue e impoverisce il corpo sociale. Questo cancro è la ·grande Industria siderurgica e metallurgica, che ha trascinato Ja Italia sulla via di tutte le avventure. Hanno fabbricato cannoni, hanno fabbricato corazze, bar.no fabbricato navi da guerra: e se voi andate nell'Italia meridionale, se andate in Calabria, trovate ancora Il contadino che lavora la terra con il vecchio aratro di legno. Hanno voluto portare l'Italia sulla via delle conquiste imperiali ed ancora da noi esiste il problema di creare nell'Italia Meridionale un'industria sussidiarla della nostra agricoltura, capace di mettere in valore i prodotti del nostro suolo. Hanno riempito il mondo del grido: «espandere per non esplodere», e nella penisola Sorrentina - miracolo di bellezze naturali, 'ove m1 sono recato l'altro giorno - ho dovuto constatare che, nell'anno 1945, la terra ancora attende l'acqua; e jeri, attraversando la vostra terra toscana, ho visto con i miei occhi i contadini che ancora mietono il grano col falcetto a mano, quando tutta la nostra terra dovrebbe avere il concorso del p{ì1 perfetto macchinarlo industriale, a dlsposizione della classe lavoratrice. QuestC'I è successo perchè le leve esecutive del comando in Italia sono da cinquant'anni nelle mani della grande industria e dei grandi proprietari agrari. E' suc• cesso perchè guadagnando lautamente sulla nostra miseria, l'industria siderurgica è riuscita a corrompere profondamente le file s:tes,;e della nostra organizzazione statale: ha comprato i giornali, ha comprato i giornalisti, ha comprato il parlamento comprando i deputati, ha comprato il fascisma comprando i gerarchi: ha tutto corrotto, e se questo paese. oggi, ci appare sotto la veste di un paese moralmente malato, è perchè questo cancro ha succhiato tutte le forze vive dell.t nostra nazione. Lo dobbiamo estirpare. Dopo anni di insulse chi11cchiere fasciste contro la plutocrazia, è venuto il momento in cui il paese, ri~esto finalmente alla propria coscienza nazionale, deve esigere che la rioreanizzazione dell'Italia non si faccia sul vecchio modello, che i consigli d'amministrazione spariscano, e che \Sorgano, al loro posto, i liberi consigli di operai, di tecnici. di 1 impjegati. di tnge• gneri. sotto la tutela dello Stato enel quadro della solidarietà nazionale. Il « pericolo rosso » Devo davvero credere quello che si dice in certi ambienti romani che queste cose che il Partito Socialista dice di volere fare e farà - perchè è suo dovere farle - spaventano la nazione j. taliana? Devo davvero credere che in un paese, dove i ceti medi e intellettuali sono ·oggi (orse i più proletari, devo davvero credere
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