Pietro Nenni - Discorso ai fiorentini in commemorazione di Giacomo Matteotti

t ' forza del lavoro e sopo pronti a ;~~~ ~re;~~er~os:~e~:~~~?a s~!~ gli uomini posti alla direzione riel Governo; fiducia non per quE'llo che essi non potranno dare subito. ma fiducia in questo senso: che non sj anniderà più nello Stato nessuna minaccia reazionaria e d,e i sacrifici saranno fatti nell'interesse della collettività nazionale e non nell'interesse di un pugno di industriali o di banchieri. Questo significava la candidatura dei socialisti. Si è detto a Roma, ove si dicono tante cose, che è bastato quest'annunzio perchè un senso di pànico percorresse l'Italia e tanti galantuomini si domandassero se potevano ancora la sera dormire nei loro letti. Io credo di poter dire ai gi.1ìentuomini che nessuno meglio di noi garantirebbe i loro sonni, se non han'no dei conti da rendere alla Gi•ustizia. Il giorno in cui si costituirà un· vero Governo di po• po1o, i soli che non andranno a dormire a casa loro saranno proprio quelli che sentono sospesa su di loro la sentenza del popolo, che chiede ?iustizia e non vendetta. Dimenticare il passato menticare, bisogna perdonare. Quando in un'organizzazione sono passati mi'Uoni di uomini e di donne, il fenomeno cessa di essere un fenomeno di criminalità individuale e diventa un problema politico. Ma per r.,erdonare, dimenticare, obliare, noi abbiamo bisogno di sapere che i re!ipnnsabili hanno pagato, e solo quando quest'opera di giustizia. sarà compiuta, quando su tutti i gerarchi si sarà abbattuta la giusta punizione del popalo, solo allora nOi diremo che il conto è chiuso. Dopo la Costituente, quando avremo proclamato la Repubblica e gettato le basi della nuova struttura economica e sociale del nostro Paese. noi nori avre.mo più ni'ente da dire sul p&ssato. Lasceremo agli storici il materiale, perchè lavorino, -0nde Hluminare le gener2zioni di domani sulle fatali conseguenze verso IP quali va un popolo il quale abbandona i'l proprio destino nelle mani di qualche capo. Non ci sono e r.on ci devono essere capi. E' la ccsciE-nza del popalo che bisogna forgiare. Noi che"'parliamo di libertà non ci riferiamo solo alla liberta di applaudire, mn anche a quella di fischiare, di criticare, di stare all'opposizione, perchè• senza queste possibilità, la libertà è una parola senza senso e senza scopo. Il1sogna arrivare in Italia al. l'oblio del passato DQpo u. na dittatura che è durata venticinque anni, i conti da regolare diventano difficili e complicati. Socialil'ti e cornuni,ti ~oia n~~i a~~i~~~s6°ì1i t~:s;;Je~:i Sembra, cittadini di Firenze, fascio perchè, per la sua famiglia. che c! sia un altro grosso ostacolo la tessera del· fascio era la tesse- suaa via di un· governo di C.L.N. ra del pane. Noi non abbiamo con- ;~!toc;~~l: ~ss:0~;;1;:~ 0 a: 1 bi::;g J~ ~c~;i c~tte;: :~u~{~v~~cfs~fZz~~=~ surpare e d1 mettere a disposlz10hanno visto nel fascismo la sola ne dell'mteresse co~ethvo ~1 ~1concre~a idealità ':i va i? Europa. '\ cono da. !Dalle parh che, noi. ~ta-. ~eo~:;;il~~~t~ st~~{~d!"~· :c~: e~i ~ 0 t!a i\'~~o~!ad~ ~-r~i~o~c~:Jiaéh~ essere stati battuti vènticinque an- senza il socialismo og~j l'Ital!a ni or sono e di avere così centri- dovrebbe cercare smarrita la via buito - non fosse che per la no- della sua salvezza e non trovarla. stra sconfitta - a lasciare cresce- Ma aggiungono, mettendo nelle re in Italia questo bubbone di paro_Ie_quanta più .pers_uasione _è menzogne che ha tutto avvelena- poss1b1le: separatevi dai ~omun1to e tutto rovinato. Bisogna di- sti, e· noi saremo con voi. I 81blloteca G ~o Es1ancc

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