stre carte sono in regola, perchè noi eravamo con la democrazia europea fino dal primo giorno in cui la guerra è scoppiata - e c'eravamo anche prima. quando Filippo Turati, ina:.;coltato, già nel Congresso di Bruxelles, nel 1928. avvertiva l'Europa che Il fasci- ~~st~ran~~ ~j~~~o~s~ft~u~~~ep~~ quello che il nostro popolo ha fattq, sulla base di quello che il nostro popolo vuol fare, sulla base del sentimento democratico di d~i r~!~[~;~, c futÌos\~t~h;i~~~~ plice, nol diciamo: abbiate fiduçia in noi, abbiate fiducia nell'Ital1a, r:-1llcntate i vostri controlli, abi:>an. donate Je vostre amministrazioni, ridate l'Italia agli italiani e ne fa· remo una grande democrazia. Non è rperchè crediamo di non avere bisogno dell'Inghilterra e dell'A· rnerica. No! non potremo rinasce· re a nazione senza il loro aiuto. Il loro aiuto lo ipagheremo con la 11ostra gratitudine e con il nostro lavoro e tanto più ci sentiremo ad esse legati, quanto più ra.pidamen• te avremo la .sensazione che esse credono in noi e rhe non compiran. no l'errore storico di confondere il popo1o italiano ron la banda .di assassini che ha distrutto l'ltalrn. Le nostre frontiere Vogliamo risolvere con dignità, attraverso diretti contatti con !nfa~~~ i~}~~!~~ ~~ttJràn~!~b~~è una spina oggi nel cuore de~li italiani, e la spina si chiama Trieste. Noi faremo tutto quello che dipenderà da noi per impedire che. Trieste di venga un elemen~ di divisione fra la d~mocrazia italiana e la democrazia jugoslava. Difendiamo e difenderemo Il diritto italiano su Trieste. Non accettiamo e non accetteremo soluzioni di forza, ma questo problema non vogliamo che divenga un nuovo pretesto di pagliacciate ,nazionaliste. Non vogliamo che co. loro che sono responsabili della situazione che esiste alla nostra Biblioteca Gino B .:rnco 7 frontiera orientale, trovino nel fatto che essi hanno provocato e determinato, il motivo per una fpecula7ion!: reazionaria, Vecchio compagno di Tito n~lle Brig..1te Ir.ternazionali di Spagna. io sento rli potere rivolgere a lui questo apoello. che è nell'intcress~ della deITlocrazia italiana, quanto in quello della democrazia jugoslava. Non esiste una questione di Trieste: noi siamo pronti a discutere con la Jugoslavia di Tito e•a concludere con spirito di equità e di giustizia un accordo con essa. Non ·sc se devo prendere su: serio ciò che i giornali dicono dell'esistenza di un problema del. le frontiere occidentali. Non cre- ~~i i;1~bfa 0 m:heleanc:hr~eseincir~~fa per potere discutere questo problema con la democrazia francese. Quando degli sciagurati in Italia si misero ridicolmente a parlare dell'esistenza di un problema territoriale fra la Francia e l'Italia. quando questi po. veri ragazzi d'Italia furono ridicolmente ingannati con la storia di Nizza italiana, noi avemmo al. lora l'onestà e il coraggio di dire che non esisteva un problema di Nizza italiana, che il problema era stato risolto dai nizzardi i quali, in meno di un secolo. non solo non avevano mai posto una rivendicazione di carattere italiano, ma la città di Nizza aveva potuto ac. cogltere cento o 'centoventimila lavoratori italiani e ifarne dei· fra[).- cesi autentici. tanto poco esisteva ii problema della nazionalità. Con lo ste::;.so diritto e con lo stesso coraggio noi diciamo che non esiste oggi un problema delle {ron. tiere occidentali d'Italia. I confini sono quelle che sono e con la Francia noi vogliamo vivere in perenne amicizia. per adempiere al voto dei nostri morti e per adem. pjere alla vocazione spontanea dei due popoli. Tutto ciò va sottratto all'atmosfer~ infiammata dei ritorni al nazionalismo. In Italia voi sapete che il nazionalismo è stato sempre l'arma della reazione. Si comincia con la marcia su Fiume
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==