documentare lo sforzo talvolta schiacciante da me compiuto 'in venti mesi, come capo del Governo e lv.Ii-: 11istro dell'Interno, pe.r ricondurre alla norm.a.Iità il Paese. · All'indom~ni del la marcia su Roma l'imme'dinto problema che dovetti affrontare fu quello di far _rientrare alle loro sedi. GO 1nila giovani che erano entrati in Rom.a, armati di tutto punto. Ciò che io riuscii ad ottenere colla massiina disciplina, senza in.cidenti di sorta, in 48 ore. ·volli, per fissare dei lin1iti al moviinento, che i fascisti si limitassero a sfilare dayaÌ1ti alla Maestà del Re e davanti ai Duchi della Yii:toria e del ~1are. !4·uasi imme-diata1nente dopo, con una lettera che varrebbe la pena, di rileggere, proibii severamente ag1i Tifficiali ùell.a guarnigione di Roma di 1nanifestarmi la loro siinpatiu, perchè allora, come oggi, peuso che l'Esercito non deve 'fare della politica, nè palese, nè segreta, nè diretta, nè indiretta-. In ciò sta la bnse granitica, la gloria e il privilegio del l'Esercito italiano. (Appla,usi). Chiamai al Governo uomini di tutti. i partiti.: R.iapersi il Parlamento è ne ebbi dopo regolari discussioni i pieni poteri. Affrontai e risolsi di lì a poche settimane il problen1a graYissiino degli sqnadristi. Ho esetcitato i pieni po_teri per un anno. Potevo chiedere la proroga. Avrebbero votato a favore anche i popoJari. Vi rinunciai. Non avevo proposto leggi eccezionaH e mi tardava di fare un altro passo innanzi sulla ·strada della legalità. Nel fratten1po avevo abolito tutti quelli che po- . - teva.no appa.rire ed erano qua e là dei doppioni di Prefetti, come gli alti Commissari e i fiduciari pro-. ,vinciali del Partito. · · Ordinai il çatenaccio per le iscrizioni al partito,: mentre si proc_edeYaallo scioglimento quasi quotidia.•. no di fasci" singoJi e di intere federazioni, sempre allo BibliotecaGino Bianco
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