Cronaca parlamentare del "caso" Matteotti

nii di storia e di gloria, si assopisce, si comprime, ma non si spegne. Che i morti non pesano soltanto, ma sopravvivono. Giacomo Matteotti vince morendo e ci accompagna e ci guida. Se commemorazione è questa, se questo è un lugubre rito, non è l'epicedio sul suo tumulo ignorato, non è la riconsacrazione di una salma che non può riapparire e che più è presente quanto più è assente e celata. Altro è oggi il funerale. Altri sono i morti. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Neppure la speculazione ultima e più scaltra ed audace - quella sulla nostra speculazione - ha alito e ali per reggersi. Lo sguardo vitreo della vittima illumina un panorama d'infamia che i più non sospettavano ancora. Ove la sua ombra si leva, ivi si stende attorno la solennità del deserto. Noi parliamo da quest'aula parlamentare, mentre non vi è più un Parlamento. I soli eletti stanno ~ull'Aventino delle loro coscienze, donde nessun adescamento li rimove sinché il sole della libertà 65 s

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