Cronaca parlamentare del "caso" Matteotti

tamente intrapresa. Non potrà mai essere dimenticato questo telegramma che il 28 novembre 1923, alla vigilia della riapertura della Camera, senza alcun motivo al mondo veniva spedito da Napoli all'on. Mussolini: « Quattrocento ufficiali della Milizia, pronti ad uccidere e a morire per la Patria e per il fascismo, lanciano al Duce dell'Italia nuova il loro più formidabile A noi! ». Il primo firmatario di questo telegramma era il generale De Bono, direttore generale della Pubblica Sicur_ezza! (Applausi anche dalle tribune, vivi commenti, impressione; da una tribuna si approva anche ad alta voce). PRESIDENTE: E' partita una interruzione da una tribuna. E' uno scandalo che non intendo tollerare. Se una sola parola sarà ancora pronunciata, farò sgomberare le tribune immediatamente. (Approvazioni). ALBERTINI: E' vero, mi si dirà; ma i sovversivi oltre alla quiete sociale avevano minata la patria, e questo Governo h1t. restaurato l'idea della patria, ha restituì- - to al sacrificio della guerra il suo fulgore, 116

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