Carta Albertina, o di uno Stato ancora in rivoluzione nel quale ognuno doveva provvedere ai casi suoi come meglio credeva, affrontando o evitando, a seconda che gli reggeva l'animo, i rischi di un pensiero e di una azione politica in antitesi col pensiero e l'azione del partito dominante? Non lo sapevamo, come non sapevamo su quale terreno, su quale.base, il Governo volesse conciliare la formula . . della forza con quella del consenso. L'onorevole Matteotti - sia un onore per me ricorrere al suo nome - osservò testé alla Camera, nel discorso che gli valse la condanna a morte, che l'on. Mussolini non si sentiva soggetto al responso delle elezioni e che aveva lasciato capire come anche in caso di insuccesso avrebbe mantenuto il potere con la forza armata. Un sì clamoroso della maggioranza e un cenno assertivo del capo del Presidente dd Consiglio confermarono l'affermazione del deputato socialista. Orbene, quel sì, quel cenno del capo, si prestano meglio della più ampia dissertazione a descrivere l'illegalità di una situa-
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