della ricchezza, la confisca dei sovraprofitt'i di guerra, e una forte imposta sul capitale » (Milano, 11 novembre 1919). ,Nel programma fascista presentato dal Comitato C1entrale fascista (!Mussolini, .Bolzon, ;Rossi, Arpinati, Farinacci, -ecc.) nel luglio 1920 erano ripetuti come postulati di carattere immediato: '« a) una forte . impost'a straordinaria sul capitale a carattere progressivo che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze, da pagarsi in un termine di tempo assai breve; « b) il sequestro di tutti i beni delle ,Congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili eh.e costituiscono una enorme passività per la N azwne e un privilegio 1 di pochi; •« c) la revisione di tutti i contratti di forniture dt guerra, .e il sequestro di sopraprofitti di guerra lasciati irnpro- , duttivi; -« d) tassazione onerosa delle eredità ». Fatti fascisti: Sono perfettamente l'opposto del pro,gramma. a) C'on decreto-legge 10 novembre 1922, n. 1431, appena insediato il nuovo •Governo fascista - a compenso immediato degli azionisti - è stata abrogata la legge che rendeva nominativi i titoli, sia delle Banche, sia delle altre !Società; e cosi essi sono stati sottratti a qualsiasi tassazione e controllo .. b-) Il 6 novembre 1922 il nazionalfascista Sottosegretario del Tesoro dichiarava al J ournal che « deve essere abrogata la confisca dei benefici di querra »; ma, poiché il provento è stato pur necessario al bilancio, si favorirono soltanto quelle piu grandi e piu renitenti ditte che, sole in Italia, dopo tre anni dalla cessazione dell'imposta, ancora non avevano 77 iblioteca Gino Bianco
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