Ai dati ufficial1 delle entrate tributarie sono da aggiungere 1059 milioni nel 1921.-22 e 1.208 nel 1922-23 per le diffe- . . renze tra la ·valuta carta e la valuta oro dei dazi doganali · pagati in oro. :Sbno cosi in complesso 14 miliardi di imposte pagate negli ultimi due anni, contro 2 miliardi pagati nell'anteguer~ ra. È a questo grande sforzo, compiuto ,quasi tutto nel dopoguerra (nel 1919-20 eravamo ancora appena a 7 miliardi e mezzo) e quindi purtroppo a .crisi economica già iniziata, che l'Italia deve principalmertte la stabilit• della sua moneta e l'avvicinamento al pareggio. . . I socialisti rivendicano l'onore di avervi sospinto i Go- , verni precedenti; n1entre . i fascisti contro i provvedimenti . finanziari hanno eccitata tutta la demagogia antidìscale delle classi abbienti, hanno organizzato gli scioperi di contribuenti, e fatte armare e sussidiare le prime bande della guerriglia civile. E come prima il fascismo profittò dell'insofferenza .fiscale, per farsi portare sugli scudi, oggi esso profitta delle conseguenze benefiche di quegli stessi provvedimenti che esso aveva ostacolato, e se ne vanta come di opera propria! Le imposte in Italia, anche sotto il Governo fascista, continuano a gravare pit1 che mai sui consumi in confronto della ricchezza. iLo dimostra la seguente tabella costruita sui dati ufficiali dei primi dieci mesi del 1923: Pro,vento imposte dirette milioni 3.692 cioè sulla r.ic-ohe,zza 32% su scambi 1.093 cioè quasi il 10% - SUI COIJl.SUJini 3.054 i monopoli 2.737 \ cambio diogiane 900 cioè srui ·cons.umi 58% 7..1 iblioteca Gino Bianco
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